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Non ha dubbi Giuseppe Mangialavori. Nello scontro tra la corrente 'moderata' di Forza Italia, guidata da Morrone, e Mimmo Tallini, si schiera con quest'ultimo, il più deciso oppositore del governatore Oliverio.
"E’ sorprendente che alcuni colleghi dell’opposizione si siano sentiti offesi dal ragionamento politico dell’on. Mimmo Tallini svolto in Aula con coerenza logica ed apprezzabile senso della dialettica democratica che impone, all’interno di un’Assemblea legislativa, una chiara differenziazione di ruoli tra maggioranza ed opposizione - ha dichiarato Mangialavori - Si tratta di una differenziazione politica ed istituzionale di assoluto rilievo che non può essere oscurata con atteggiamenti che, sistematicamente, evidenziano intese non politicamente trasparenti tra parte dell’opposizione ed il Presidente della Regione. E che, prima ancora che essere dannosi per l’Istituzione, tradiscono la volontà dell’elettorato che il 23 novembre ha scelto chi deve svolgere compiti di governo e chi di controllo. Ciò che si contesta, alla luce del giorno e pubblicamente, è il metodo politico che, come ha spiegato in Aula il collega Mimmo Tallini, continua, anche in questa circostanza, a riflettere la ‘volontà di potenza’ di un Presidente di Regione che non gradisce all’interno del Consiglio regionale l’esistenza di un’opposizione netta ed inequivocabile. Fin dall’inizio della seduta consiliare che ha visto l’elezione dell’on. Morrone a presidente della Commissione di Vigilanza – spiega Mangialavori -, sia il sottoscritto che gli altri colleghi abbiamo dato la piena disponibilità ad appoggiare la candidatura di Morrone, alla condizione che fosse preceduta da una riunione e che il voto in Aula non subisse l’ingerenza della maggioranza. La nostra richiesta è stata snobbata ed elusa. E si è proceduto, da parte della maggioranza e dei colleghi dell’opposizione che adesso chiedono la testa di Tallini, unilateralmente e a dispetto di ogni prerogativa dell’opposizione di centrodestra. Ciò che ha sostenuto Tallini in Aula ha toccato il nervo scoperto già ad inizio di legislatura, allorquando il presidente Oliverio, non soddisfatto dei numeri conseguiti col voto, ha ritenuto di doverne aggiungere altri, allargando la maggioranza, con l’obiettivo di dividere le forze dell’opposizione che, come dimostra quanto accaduto martedì, evidentemente gli è riuscito. E’ però paradossale – conclude Mangialavori – che l’opposizione che si muove d’intesa con la maggioranza avanzi adesso la richiesta di espulsione di un esponenti di Forza Italia il cui torto sarebbe quello di fare opposizione alla luce del sole".