Berlusconi ha deciso di adottare una linea più filo-meloniana ridimensionando il ruolo politrico della senatrice che ha dominato gli equilibri interni al partito durante la campagna per le Politiche. Conseguenze a cascata anche in Calabria (ASCOLTA L'AUDIO)
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La resa dei conti interna a Forza Italia era stata solo rinviata, ma nel partito in pochi avevano dimenticato l’imbarazzo dei primi giorni del governo, quando proprio per i “capricci” della senatrice Licia Ronzulli gli Azzurri hanno rimediato una magra figura sia sull’elezione del presidente del Senato sia nella composizione del nuovo esecutivo. La premier Meloni quello scontro in aula non l’aveva certo dimenticato e a pagare il prezzo sono stati proprio gli uomini della Ronzulli. Uno su tutti il deputato Giuseppe Mangialavori che era in predicato di una nomina a Sottosegretario e invece si è ritrovato presidente della commissione Bilancio della Camera.
E se già questa sembrava una sconfitta politica, in molti prevedono un futuro ancora peggiore. Si perché la stella della Ronzulli sembra essersi appannata. Berlusconi ha capito che la premier stava completamente isolando Forza Italia, stringendo intese sempre più strette con la Lega di Salvini. I rumors di corridoio però dicono che siano stati i figli del Cav., Piersilvio e Marina, a convincere l’augusto genitore ad adottare una linea maggiormente filo governista e isolare chi stava creando grattacapi al Governo. I retroscenisti dicono che Berlusconi abbia convocato quelli che contano nel partito per indicare la nuova linea e invitato a mettere in secondo piano chi in questi mesi ha creato tensioni. In prima alla lista c’è appunto la Ronzulli che con la Meloni è andata subito allo scontro frontale, ma anche i tanti che hanno goduto della vicinanza della senatrice al Cav. D’altronde in Forza Italia funziona così. Berlusconi si è spesso trincerato dietro i suoi invaghimenti, magari anche per giustificare prese di posizione scomode. Ma gli invaghimenti sono aleatori come la primavera: basta un attimo per salire alle stelle e un attimo dopo si è nel precipizio. Una liturgia che abbiamo già visto anni addietro e che aveva portato alla defenestrazione del vecchio cerchio magico guidato da Maria Rosaria Rossi e Francesca Pascale.
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Il punto è capire chi trascinerà con sé nel precipizio la Ronzulli. Le avvisaglie c’erano state settimane fa quando Giorgio Mulè aveva criticato la deputata di FdI, Augusta Montaruli, condannata per alcune spese pazze effettuate da consigliere regionale in Piemonte. Nemmeno una manciata di minuti ed era arrivato il comunicato di Berlusconi che sconfessava il suo deputato, da allora chiuso in ermetico silenzio. Ma il vero terremoto è stato qualche giorno fa con un’operazione profonda di restyling avviata dal Cav: Cattaneo viene estromesso dalla guida del gruppo di Montecitorio (torna Paolo Barelli, vicino a Tajani) e recuperato come vice coordinatore nazionale con Anna Maria Bernini; Licia Ronzulli salva in extremis il posto di capogruppo al Senato ma perde quello che le concedeva il vero potere: coordinatrice della Lombardia. L’incarico viene assegnato a Alessandro Sorte; Claudio Lotito viene spedito a guidare gli azzurri del Molise, Flavio Tosi quelli del Veneto, Marcello Caruso i siciliani in subbuglio, Maria Elisabetta Casellati i lucani.
I movimenti non dovrebbero finire qui. Nel frattempo alla Ronzulli sono stati negati l’ingresso automatico a Villa San Martino, il controllo dell’agenda di Berlusconi, oltre al contatto diretto col Cavaliere. Non sarà più la responsabile della comunicazione del partito e per questo non ha più le password di accesso ai sistemi informatici di Arcore.
Questa vicenda potrebbe avere ricadute anche sui territori e per quanto riguarda la Calabria la strada porta dritta dritta verso il deputato Giuseppe Mangialavori, “ronzulliano” di ferro. Era uno dei tre uomini forti di Forza Italia in Calabria insieme a Roberto Occhiuto e Francesco Cannizzaro. Già la vicenda del governo qualche tensione interna l’ha creata perchè in molti sono convinti che il suo mancato passo indietro del medico vibonese sulla poltrona di sottosegretario abbia di fatto impedito al gruppo dirigente calabrese di ottenere quella postazione. Ora la sua posizione si fa sempre più debole, anche perchè i risultati elettorali delle amministrative di certo non l’hanno aiutato. Vedremo se Occhiuto approfitterà della debolezza di Mangialavori per un mutamento di equilibri non solo nel partito regionale, ma anche nella giunta e nei posti di sottogoverno.