Acque agitatissime nel Pd, sia calabrese che nazionale, dopo il varo del Conte bis e alla vigilia di fondamentali appuntamenti elettorali. A quanto pare Matteo Renzi, dopo essere tornato in pista con l’intuizione che ha dato il via al governo con i Cinque Stelle, è pronto a lasciare il Pd.

Le parole di Ettore Rosato, delfino dell’ex sindaco di Firenze, non lasciano dubbi. In un’intervista a La Repubblica le parole del vicepresidente della Camera non lasciano dubbi: «Decideremo alla Leopolda. Penso sia naturale fare una riflessione sia per motivi politici che personali. Politici perché dopo l’accordo con i Cinque Stelle è cambiato tutto. Personali perché Renzi non può essere accusato di tutto e con lui chi ha lavorato per tirare fuori il Paese dalla crisi».

Insomma, la scissione si farà e ha una data: il prossimo 20 ottobre. Con inevitabili conseguenze anche in Calabria, considerando che lo strappo dovrebbe avvenire prima delle regionali. A seguire Renzi nella nuova avventura sicuramente l’ex segretario regionale Ernesto Magorno, il segretario provinciale di Catanzaro Roberto Cuda, probabilmente i big reggini Mimmetto Battaglia e Nicola Irto, l’esponente dell’area Giachetti Nino Castorina e magari anche qualche insospettabile in rotta con i vertici come Bruno Censore.

 

Nino Castorina non prende posizione ufficialmente sulla questiona, ma lo lascia capire. «Seguirò le indicazioni di Giachetti e di area come ho sempre fatto» si limita a dire, ma il resto delle sue considerazioni rendono chiara la posizione politica: una sonora bocciatura per Mario Oliverio che deve essere superato per aprire ad una coalizione ampia con i Cinque Stelle.

«Bisogna lavorare su questo in Calabria – dice Castorina - il Pd da noi non è mai nato, ma è stato ostaggio di potentati e dei rappresentanti delle Istituzioni. Ora bisogna rinnovare e innovare cambiando metodi, contenuti e persone. Bisogna aprire un ragionamento nel merito delle questioni: sanità, sviluppo sostenibile, utilizzo dei fonti comunitari. Un confronto che va fatto all’interno di un’alleanza ampia civica sociale che guardi anche al lavoro dei Cinque Stelle su scala nazionale non solo alla Regione, ma anche a Reggio Calabria».

A livello regionale, dunque, superare la candidatura di Oliverio, mentre a Reggio rilanciare quella di Giuseppe Falcomatà, ma sempre con un’alleanza che comprenda i Cinque Stelle.

Ovviamente la fuoriuscita dei renziani con la creazione di un nuovo soggetto politico e la necessità di avviare una discussione ampia anche con i Cinque Stelle, però, potrebbe anche determinare una nuova e inedita situazione.

Intanto si attendono gli esiti del tavolo del centrosinistra convocato da Stefano Graziano che darà un ultimatum ad Oliverio: o accetta le indicazioni del partito, compreso il no alle primarie istituzionali, oppure è fuori dal Pd.


Riccardo Tripepi