VIDEO | L’ex sindaco racconta la vittoria al referendum sulla fusione e sostiene che il comitato per il No conserverà ancora un ruolo politico nel dialogo con Cosenza e Castrolibero, e nella definizione di un programma elettorale per le amministrative di Primavera
Tutti gli articoli di Politica
Per Sandro Principe tre sono stati i dati rilevanti dell’ultimo referendum sulla fusione di Cosenza, Rende e Castrolibero che ha visto prevalere il No. Il primo è il risultato finale. Il secondo è la grande partecipazione che si è registrata a Rende, dove il No ha superato l’80%. Il terzo è il No sancito anche dalla città di Cosenza. Una prova che la proposta di fusione del centrodestra era improvvisata e non digerita dalle tre comunità.
Archiviato il referendum ma non il comitato per il No. Il dato politico più rilevante venuto fuori dalla consultazione popolare è quello delle associazioni politiche e culturali che da sole hanno sconfitto i partiti. Nel comitato per il No rendese sono presenti, ricorda Principe, diverse sensibilità anche se l’impronta di centrosinistra è evidente.
Adesso il comitato dovrà assolvere a due compiti. Il primo di “politica estera”, ovvero continuare a ragionare con le altre due città su come conurbare i tre municipi, passando attraverso la sperimentazione di servizi messi in comune. Il secondo riguarda la “politica interna”, nel senso che a giugno scadrà il mandato dei tre commissari prefettizi che guidano Rende dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose.
Principe dice che all’interno del comitato le varie sensibilità si stanno confrontando sui temi politico-amministrativi e il suo auspicio è che si trovi una sintesi anche con un candidato. Per il momento, però, assicura a chi insiste se sia pronto lui a candidarsi che la scelta è prematura. Il punto è capire lo sviluppo da offrire a questa comunità. Lui vorrebbe limitare la crescita dei metri cubi solo all’edilizia convenzionata e a favore delle giovani coppie. Per il resto bisogna concentrarsi sui servizi.
Ultimo capitolo: il convitato di pietra di queste elezioni. Ovvero la mafia che secondo due inchieste, una naufragata altra in corso di svolgimento, si sarebbe infiltrata nella vita amministrativa di Rende. Principe rivendica con orgoglio gli anticorpi che i riformisti hanno inoculato nella società rendese e cita le biblioteche, i musei, le tante parrocchie, alcune delle quali realizzate con fondi comunali, l’area industriale, il centro commerciale, una grande università. Con questi anticorpi la criminalità organizzata, secondo Principe, non può attecchire in una società che fondamentalmente è sana.