Il consigliere pentastellato: «Situazione di grave inciviltà. L'amministrazione risolva il problema»
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«Non c'è pace per i defunti rendesi. Né per le loro famiglie. Continua la vergogna al cimitero cittadino. Attualmente ci sono oltre 90 bare in attesa di tumulazione. Alcune di esse sono state momentaneamente allocate all'interno dei loculi di alcuni privati; altre, invece, all'interno di alcuni locali coperti del cimitero rendese. Sulle bare sono posti semplici post-it per il riconoscimento, con il rischio che possano staccarsi da un momento all'altro, così come già avvenuto». Lo denuncia il consigliere comunale di Rende dei Cinquestelle Domenico Miceli.
Disagio già denunciato nei mesi scorsi
«Ci ritroviamo, a distanza di alcune settimane, a denunciare nuovamente una problematica igienico sanitaria che si aggrava ogni giorno di più, complice anche il caldo del periodo estivo. Ci meravigliamo del fatto che nessuna autorità sia ancora intervenuta a verificare quello che accade nel nostro camposanto: totale mancanza di dignità, rispetto e civiltà, un pericolo sia per chi lavora all'interno del camposanto che per i visitatori che giornalmente si scontrano con questa incresciosa situazione».
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Nuovi loculi insufficienti al fabbisogno
«Avevamo sollevato la questione a fine maggio – ricorda – denunciando le bare accatastate e l'immobilismo di questa amministrazione. Ci avevano assicurato che entro giugno l'emergenza sarebbe rientrata e invece dobbiamo constatare che, purtroppo, i nuovi loculi non soddisferanno la richiesta già presente al cimitero. Non si può più tacere di fronte questa vergogna. Questa incivile situazione, evidenzia, se mai ce ne fosse bisogno, la totale incapacità degli attuali amministratori ad affrontare e risolvere il problema, con implicazioni igienico sanitarie da non sottovalutare. Chiediamo ancora una volta all'esecutivo Manna – conclude il consigliere pentastellato - di far conoscere alla città i tempi e i modi per la risoluzione definitiva della problematica al fine di concedere il dignitoso riposo ai nostri cari estinti».