Marcello Manna, ex sindaco di Rende, si dice certo che alla scadenza dei 18 mesi del mandato della terna commissariale che guida la città dopo il suo scioglimento per infiltrazioni mafiose, oltre Campagnano si tornerà a votare. Con ogni probabilità quindi i cittadini dovrebbero tornare al voto a novembre perché non c'erano, e non ci sono ribadisce Manna, elementi tali da giustificare quel commissariamento. Lo dimostrano le vicende giudiziarie legate a quell'atto.

Le inchieste principali, Reset e Malarintha, al momento non vedono nessuna misura cautelare in essere, tutte sono state revocate per mancanza di gravi indizi di colpevolezza. Il Tribunale di Cosenza ha rigettato la richiesta di incandidabilità che veniva dal Ministero dell'Interno e la giunta Manna ha intentato una causa dinanzi al Tar per chiedere la revoca del provvedimento di scioglimento. L'avvocato, nel corso di una intervista a Cosenza Channel, dice di rendersi conto che il ricorso non avrà conseguenze sul piano pratico, ma in punto di principio restituirà alla comunità rendese la sua rispettabilità democratica. Per Manna tutto questo è successo perché la sua amministrazione ha agito in maniera troppo libera e indipendente e questo ha dato fastidio a qualcuno. A chi ancora non è dato saperlo.

Restano punti oscuri come il fatto che dopo un anno ancora non sia venuto in possesso della relazione che ha portato allo scioglimento. qualche traccia, però, Manna la lascia intuire. In particolare quando commenta il voto per le Europee a Rende in cui Forza Italia è risultato quinto partito. Per l'ex sindaco un segnale che la gente non ha capito e condiviso il voto favorevole allo scioglimento della Presidente della Provincia, Rosaria Succurro, ed ha voluto così punire quel voto dato senza conoscere i contenuti delle carte relative all'inchiesta.