Cgil, Cisl e Uil battono i pugni e sollecitano un incontro con il direttore delle Risorse Umane della Cittadella: «Basta scuse, i lavoratori hanno diritto a risposte sul loro futuro»
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I sindacati chiedono un tavolo di confronto sul precariato storico della Giunta regionale. Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fp parlano di «un tavolo sollecitato più volte ma ancora non convocato».
«Mentre in Cittadella regionale – si legge in una nota – alcuni esponenti politici convocano assemblee e riunioni per alimentare ulteriori illusioni su nuovi bacini di precari, immaginando magari di poterli collocare ancora una volta nel grande e appetibile ventre della Pubblica Amministrazione, senza considerare l’esigenza di misurarsi con il complesso impianto normativo e i vincoli di bilancio che disciplinano e condizionano, limitandolo, il reclutamento di personale nei pubblici uffici, i lavoratori rientranti nel precariato storico della Giunta regionale sono ancora in attesa di un tavolo tecnico di confronto con il direttore generale del Dipartimento delle Risorse umane, che avrebbe dovuto essere convocato lo scorso 31 marzo».
In attesa di risposte
I sindacati si dicono perplessi e preoccupati, «vista l’impellente esigenza di effettuare un distinguo sulle varie galassie che compongono l’universo dei lavoratori “utilizzati” e “precari” che a vario titolo ma con sostanziali differenze giuridiche sono incardinati, da anni, nei servizi e negli uffici della Giunta regionale».
Da tempo, sottolineano, «le tre sigle confederali del pubblico impiego chiedono che si metta ordine fra le varie fattispecie di lavoratori che gravitano nei vari dipartimenti della Giunta regionale ed è da molto tempo che chiedono di dare futuro e stabilità lavorativa a quei professionisti che sono ormai incardinati funzionalmente in settori strategici dell’Ente, tanto da essere considerati indispensabili per il buon andamento dei servizi in cui operano».
Cambiare la politica del personale
«L’elaborazione del piano del fabbisogno del personale della Giunta regionale – proseguono – e i conseguenti calcoli aritmetici per far rientrare il numero di personale da assumere nei parametri dettati da una normativa stringente e spietata non possono costituire una perenne scusante per evitare il confronto con le organizzazioni sindacali. I bisogni legati alle esigenze contingenti del particolare momento emergenziale, che impongono il perfetto funzionamento di tutti gli Enti pubblici, non ammettono una politica del personale fondata su una “melina” senza fine».
Le tre sigle chiedono dunque la convocazione immediata del tavolo per poter inizare a dare risposte ai lavoratori che «da troppo tempo stanno aspettando un segnale di attenzione nei loro riguardi ma che, soprattutto, hanno maturato i requisiti e le professionalità per poter ricevere il pieno ed effettivo riconoscimento dello status giuridico di dipendente pubblico».