Come annunciato dai rumors delle scorse settimane Franco Sergio, Giuseppe Neri e Antonio Scalzo passano con il centrodestra, aderendo al movimento di Raffaele Fitto come anticipato da Lacnews24. Del resto la formazione del gruppo “Moderati per la Calabria” di appena qualche mese fa era stato considerato da tutti una semplice anticamera di un cambio di sponda. Al momento della formazione del gruppo in Consiglio regionale, infatti, i tre non avevano certo lesinato le critiche al governo di centrosinistra e alla gestione del presidente Mario Oliverio.

Critiche che non hanno provocato, però, nessun cambio di strategia e l’ultima rotazione delle deleghe agli assessori tecnici ha chiuso di fatto ogni ipotesi di rimpasto politico. Facendo definitivamente imbufalire i tre e soprattutto Franco Sergio che non ha mai accettato l’ingresso in giunta di Maria Francesca Corigliano, prima dei non eletti della lista in cui Sergio ha ottenuto il posto utile per il Consiglio. Analogo discorso vale per Scalzo defenestrato dalla presidenza del Consiglio regionale dopo il suo coinvolgimento, seppure marginale, nella “Rimborsopoli” che portò al primo rimpasto della giunta Oliverio. I tre, adesso, hanno rotto gli indugi e annunciato con una nota stampa la loro attuale collocazione politica. «Noi “Moderati” guardiamo come punto di riferimento a “Direzione Italia” e al suo leader, Raffaele Fitto, uomo del Sud, espressione autorevole ed equilibrata dei valori più alti della politica italiana. Portando comunque con noi i princìpi, le radici, i punti programmatici del nostro impegno che non dimentichiamo né svendiamo».

Un progetto più ampio, al quale i tre stanno lavorando da tempo e che dopo le elezioni europee dovrebbe portare alla federazione in un soggetto politico nuovo, per come immaginato da Giorgia Meloni. «I ‘Moderati per la Calabria’ – affermano Neri, Sergio e Scalzo - si prefiggono un robusto radicamento territoriale, grazie alle numerose realtà civiche, sociali, regionali, che hanno chiesto di aderire al progetto. Ciò si sta configurando quale culmine di un serrato e costante interscambio che ha quale base un dialogo con gli elettori e la presentazione di chiari ed alternativi programmi. Ci qualifichiamo inoltre come un gruppo in fase di quotidiano confronto con altri soggetti civico-culturali e politico-partitici che si ispirano a nobili ed autorevoli ‘padri fondatori’ delle istituzioni nazionali ed europee. Citiamo solo – per tutti De Gasperi e Moro -. Con tali interessi ed ascendenze comuni guardiamo a ‘Direzione Italia’». Un altro e drammatico strappo, dunque, si consuma all’interno della maggioranza di centrosinistra che ha già perso, qualche mese fa, Vincenzo Pasqua ormai organico a Forza Italia. Non è chiaro, però, se i tre continueranno a sostenere il governo Oliverio.

«Il senso di responsabilità e il rispetto per i tanti elettori e sostenitori ci hanno indotto in molti casi – affermano i Moderati per la Calabria” nella nota stampa - a scegliere l'astensione o a evitare posizioni intransigenti. Ma, purtroppo, di fronte ad alcuni, pochi elementi positivi, rimangono intoccate ed irrisolte, purtroppo, le criticità sfocianti in emergenze, che assillano tutti gli aspetti della nostra Regione. Iniziando dalla gravissima crisi occupazionale nonché delle difficoltà economiche in cui versano migliaia di famiglie. Ricostruire la speranza, ricucire il Paese, per ritrovare la misura alta della politica, che parte dal lucido coraggio di chi sa chiamare la realtà con il suo nome e trova nel bene comune la sua misura. Perché la politica è vocazione e tutti noi, con i nostri limiti, tentiamo di rispondere nel miglior modo possibile a questa vocazione”.

Seppure i Moderati per la Calabria dovessero decidere di staccarsi dalla maggioranza in maniera netta anche in Consiglio, il centrosinistra continuerebbe ad avere i numeri, ma in maniera davvero risicata: i consiglieri di maggioranza si ridurrebbero a 16 sui 30 in Aula, contando anche il presidente Oliverio che, al momento, è in obbligo di dimora a San Giovanni in Fiore. Praticamente il centrosinistra sarebbe ostaggio, ancora peggio che in passato delle assenza, o dei malpancisti alla Carlo Guccione che potrebbero fare il bello e il cattivo tempo in Consiglio.

Per Oliverio e i suoi, insomma, il percorso si fa sempre più stretto e difficile.

 

Riccardo Tripepi