Continua l’attesa per il nuovo esecutivo. Il ministro fa melina. Non avrebbe gradito le dichiarazioni del governatore sull’autonomia differenziata
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Alla fine potrebbe pure essere una vicenda di piccoli quanto fugaci risentimenti reciproci, di dispetti frutto del momento politico assai particolare. O forse la spia che illumina le storie sempre più tese tra la Lega e Forza Italia, a Roma come in Calabria. Chissà.
Certo è che Roberto Occhiuto non ha fatto nulla per nascondere un certo fastidio per come stanno andando le cose. Il governatore, oggi, ha giustificato così il ritardo nella ricomposizione della sua Giunta: «Ho chiesto alla Lega di darmi le sue proposte nei giorni passati e di averle ieri perché era mio intendimento ricomporre la struttura della Giunta già da ieri sera».
Salvini traccheggia
Insomma, ora è di dominio pubblico: è Matteo Salvini a traccheggiare e a impedire il varo del nuovo esecutivo. Anche perché l’altra parte in causa, Fratelli d’Italia, per il tramite del responsabile dell’organizzazione, Giovanni Donzelli, avrebbe già indicato il sindaco di Locri, Giovanni Calabrese, come sostituto dell’assessore uscente, il neo senatore Fausto Orsomarso.
Calabrese è infine riuscito a spuntarla dopo che, lunedì scorso, il centrodestra – su input dello stesso Occhiuto – ha ritirato la legge sul consigliere supplente, di fatto tagliando fuori dalla Giunta il capogruppo meloniano Peppe Neri.
Sulla corda
Quindi a bloccare tutto sarebbe rimasto solo Salvini. La Calabria non è certo il primo punto nell’agenda del viceministro, alle prese con tanti dossier – tra cui quelli relativi al Ponte sullo Stretto e alla Statale 106 – e pure con le fibrillazioni interne alla Lega in vista dei congressi. Ma chi conosce bene il leader del Carroccio giura che la sua attuale ritrosia sulle cose calabresi non sia dettata dai troppi impegni istituzionali e di partito, quanto dalla decisione ponderata di tenere Occhiuto sulla corda, almeno un altro po’.
Ed ecco allora che spuntano le ragioni dell’altro presunto risentimento, quello del ministro verso il governatore, figlio – argomentano fonti leghiste – delle ultime dichiarazioni di Occhiuto sulla autonomia differenziata, riforma tanto cara a Salvini e al suo partito.
Le critiche di Occhiuto
Il presidente calabrese, ormai da giorni, randella senza troppe cautele la bozza su cui sta lavorando il ministro verde Roberto Calderoli. «Per come è ora – ha spiegato il governatore in un’intervista al Messaggero – è sbilanciata e guarda troppo all’autonomia differenziata e poco ai diritti sociali e civili».
I Livelli essenziali delle prestazioni (Lep), che dovrebbero essere garantiti su tutto il territorio, per effetto della riforma, a parere di Occhiuto, sarebbero invece «finanziati attraverso il principio ingiusto della spesa storica», da cui deriverebbe una storicizzazione delle «disuguaglianze tra Nord e Sud».
Ancora un rinvio
A Salvini questa critica impietosa alla madre di tutte le riforme leghiste non sarebbe piaciuta affatto. Per questo avrebbe deciso di fare melina e di rinviare ancora il confronto decisivo con Occhiuto, quello da cui dovrà venir fuori il nome della donna che rimpiazzerà Tilde Minasi.
Così Occhiuto è stato in qualche modo costretto a chiarire, tra le righe, di non essere disposto ad attendere più di qualche giorno: «Credo – ha sottolineato – che nella Lega ci sia ancora una discussione in atto, ma mi hanno assicurato che entro fine settimana la concluderanno».
Non è quindi escluso che, a fronte di un silenzio prolungato di Salvini, il capo della Giunta possa prendere in mano l’iniziativa e recapitare un avviso di scadenza alla Lega.
Il terreno è però parecchio scivoloso. Il forzista Occhiuto non può permettersi di indispettire un partito che governa a Roma e che ha un peso specifico anche nella sua maggioranza regionale.
La lista di Salvini
Salvini per ora sembra non aver alcuna fretta, malgrado sia in possesso di una rosa di nomi da cui scegliere il prossimo assessore. A consegnargliela sarebbe stato, due giorni fa, il commissario regionale Giacomo Saccomanno. Nell’elenco figurerebbero le ex candidate alla Camera e al Consiglio regionale, Maria Carmela Iannini e Caterina Capponi, la già aspirante europarlamentare Francesca Porpiglia, l’ex assessore di Rende Ida Bozzo, l’attivista di Corigliano Rossano Marika Reale e la componente del cda di Fincalabra, Emma Staine. Del tutto possibile anche un colpo di scena. A decidere sarà Salvini. Ma nessuno è in grado di dire quando.