Non ci sarà alcuna sorpresa, dicono. Le proclamazioni degli eletti al consiglio regionale non si sono ancora concluse, ma il conteggio finale dei voti – secondo quanto trapela dalla Corte d'appello di Catanzaro – avrebbe confermato tutti i seggi già assegnati dal ministero dell'Interno all'indomani del voto del 26 gennaio. Perché inizi la legislatura, dunque, non resta che attendere la convalida degli ultimi eletti.

All'appello mancano i seggi a quoziente pieno del Cosentino e quelli attribuiti con i sistemi dei resti e del maggioritario. Fonti qualificate informano che tutte le proclamazioni saranno ultimate entro domattina.

I possibili ricorsi degli esclusi

Solo dopo questo passaggio gli esclusi potranno presentare gli eventuali ricorsi elettorali. Dovrebbero appellarsi alla giustizia amministrativa sia il M5s, sia Carlo Tansi, in una sorta di battaglia comune contro la (per loro risultata invalicabile) soglia di sbarramento dell'8%.

A fare ricorso potrebbero essere anche la Lega – che reclamerebbe un secondo seggio nel Cosentino – e alcuni candidati esclusi, tra cui Pino Gentile, rimasto fuori dal Consiglio (dopo 40 anni) malgrado le quasi 8mila preferenze ricevute. Movimenti si registrerebbero anche nel Reggino, con alcuni delusi di Fratelli d'Italia pronti a contestare il verdetto della commissione elettorale.

Il countdown: 20 giorni per il Consiglio

Al massimo domani, in ogni caso, inizieranno a decorrere i venti giorni entro i quali dovrà riunirsi il primo consiglio regionale dell'era Santelli. Il limite finale sarebbe quindi il 9 marzo.

La governatrice, dall'insediamento dell'assemblea in poi, a norma di statuto avrà 10 giorni di tempo per nominare la sua giunta, ma sarà pronta molto prima.
La presidente avrebbe infatti intenzione di annunciare il suo governo in anticipo rispetto ai tempi suggeriti dalla costituzione regionale.

Con il suo insediamento alla Cittadella, avvenuto stamattina, Santelli ha esaurito tutti i passaggi formali legati alla sua elezione e adesso è libera di avviare le consultazioni con gli altri partiti della coalizione per la nascita del suo esecutivo. La governatrice, probabilmente già questa settimana, dovrebbe incontrare o sentire i leader del centrodestra – Matteo Salvini, Giorgia Meloni e Lorenzo Cesa –, da cui riceverà le indicazioni per i vari assessorati disponibili.

Pare che Santelli voglia iniziare le trattative sottoponendo agli alleati una griglia rigida sulla quale Lega, Fdi e l'Udc dovranno poi incollare i nomi. Tra le sette disponibili, due caselle, forse Ambiente e Cultura, saranno appannaggio della presidente, che potrebbe rivolgersi a personalità di riconosciuto prestigio a livello nazionale.

La Lega sceglie per prima

Tra i leghisti calabresi la confusione è massima. Salvini non ha ancora chiarito le sue intenzioni, così come il commissario regionale Cristian Invernizzi. Non è nemmeno chiaro, spiega un dirigente calabrese, se la regola che vieta i doppi incarichi di assessore e consigliere regionale sarà fatta valere anche tra il Pollino e lo Stretto. «Credo che ci sarà una deroga, visto che la Calabria non ha il consigliere supplente».

Non sono inutili tecnicismi per addetti ai lavori, perché la scelta degli assessori leghisti dipenderà proprio dall'eventuale applicazione di questo principio. Tilde Minasi, ad esempio. La consigliera reggina è tra i favoriti per un assessorato, ma di fronte a un aut aut potrebbe preferire il posto – blindato e non soggetto all'arbitrio del presidente della giunta – in Consiglio.

È probabile che un chiarimento su come procedere possa arrivare già oggi. Tutti i consiglieri regionali verdi sono al Palazzo delle esposizioni di Roma dove è prevista una giornata di lavoro con i vertici del partito di via Bellerio.

Di sicuro c'è che la Lega, seconda forza del centrodestra dopo Fi, avrà il diritto di scegliere per prima quale postazione occupare, se la vicepresidenza della giunta o la presidenza del consiglio regionale.

A Fratelli d'Italia la seconda scelta

In questa specie di draft, Fratelli d'Italia avrà la seconda chiamata. E se in alcuni ambienti forzisti si persiste a ribadire la tesi secondo cui chi occuperà vicepresidenza e la poltrona più alta dell'Astronave non potrà esprimere anche un assessore, i responsabili calabresi del partito di Meloni sembrano avere altre idee. Riassunte in una frase: «Pari dignità con gli alleati».

Almeno un assessorato, dunque. Già, ma eventualmente occupato da chi? Perché la tensione, tra i fratellisti, potrebbe presto superare il livello di guardia. Luca Morrone, il consigliere più votato, sgomita per un posto accanto a Santelli. L'ala ortodossa di Fdi, però, non sembra intenzionata a mollare sul nome di Fausto Orsomarso. «Lui – spiegano – è un volto storico del nostro partito, Morrone viene da altri percorsi...».

Un po' lo stesso ragionamento che si applica a Domenico Creazzo, secondo diversi rumors in pole per la presidenza di Palazzo Campanella. «Era vicino a Oliverio. Non favoriremo persone che vengono dal centrosinistra».

Fibrillazioni anche nell'Udc

Non si respira concordia neppure dalle parti dell'Udc. Il coordinatore regionale, Franco Talarico, in questo momento sembra possedere il passepartout per entrare nel governo, ma a contrastarne i piani sono i maggiorenti del partito reggino, che proprio ieri si sono riuniti per affrontare il nodo delle prossime amministrative ma anche per chiedere a Santelli «la giusta considerazione» in vista della formazione della giunta.

Se la presidente dovesse dar ascolto alle richieste del vicesegretario regionale, Luigi Fedele, l'assessore della Balena bianca potrebbe essere il neo consigliere Nicola Paris.

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