La Commissione “Riforme” di palazzo Campanella ha eletto il nuovo Ufficio di presidenza. L’organismo era rimasto l’ultimo a non essere rinnovato a metà legislatura.

La guida è stata affidata a Francesco D’Agostino, della lista Oliverio presidente, per il quale la poltrona era stata congelata in attesa della conclusione dell’indagine giudiziaria aperta su di lui. Un’indagine che aveva portato alle sue dimissioni dalla carica di vicepresidente del Consiglio regionale. L’assoluzione con formula piena arrivata durante le scorse settimane ha sgombrato il campo e portato al risultato sperato e voluto dal Pd, almeno per quel che riguarda la componente vicina ad Oliverio.

 

Per centrare l’obiettivo, però, la fatica è stata immane. A mettersi di traverso all’elezione di D’Agostino ci ha pensato l’opposizione, ma anche qualche pezzo di maggioranza. Il primo assalto è arrivato dal presidente uscente Sinibaldo Esposito (ex Ncd adesso passato a Forza Italia) che ha presentato un parere sulla illegittimità della durata in carica dei componenti della Commissione. A dimostrazione di quanto e come siano cambiati i rapporti tra il centrosinistra il gruppo di consiglieri che fa capo a Pino Gentile che adesso sono tornati a far parte a pieno regime dello schieramento di centrodestra. A sventare questo primo colpo è stato il presidente del Consiglio regionale Nicola Irto che ha insediato i lavori della Commissione. «Il parere verrà messo agli atti, ma non può essere esaminato adesso in quanto deve considerarsi già aperto il seggio elettorale».

 

I problemi più seri, però, sono arrivati dalla difficoltà per il centrosinistra di mantenere il numero legale dopo l’abbandono dell’Aula da parte di Esposito e degli altri consiglieri di minoranza. A mettere in difficoltà la maggioranza è stata, inizialmente, la volontà di Arturo Bova di non prendere parte alla seduta per rispetto al lavoro svolto insieme al presidente Esposito. Problema superato con la delega data da quest’ultimo al capogruppo del Pd Sebi Romeo. Ancora più pesante la richiesta di congedo da parte di Mimmetto Battaglia, arrivata soltanto a ridosso dell’orario di inizio dei lavori dell’organismo, e senza l’indicazione di un sostituto. Inevitabile, dunque, la sospensione dei lavori per trenta minuti, ai sensi del regolamento.

 

Per correre ai ripari, nel frattempo, Romeo aveva chiamato Giuseppe Giudiceandrea che si è scapicollato a palazzo Campanella per portare a termine la pratica con un’immane fatica.

Alla fine il nuovo Ufficio di presidenza sarà così composto: presidente Francesco D’Agostino, vicepresidente Alessandro Nicolò e segretario Arturo Bova.

Le nuove tensioni emerse già alla ripresa dei lavori consiliari non sono certo il miglior viatico in vista della riunione di maggioranza di mercoledì e del rimpasto di giunta ormai imminente.

Riccardo Tripepi