Sarebbe stato opportuno, soprattutto quando si spendono consistenti soldi pubblici, indicare fatti e risultati concreti, tipo la stipula di contratti con qualche operatore turistico della Calabria, protocolli d’intesa con le federazioni delle strutture ricettive, convenzioni con qualche albergatore più rappresentativo. Lo spezzettamento dei bandi, i diversi dirigenti firmatari delle determine, sul piano amministrativo hanno reso le varie azioni amministrative più simili all’impianto delle scatole cinesi piuttosto che limpidi e lineari iter amministrativi
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Vi avevamo parlato della cena da 200mila euro che la Regione ha elargito a 600 tour operator tedeschi a metà ottobre. Un evento che la Regione ha spacciato come una grande operazione di marketing turistico. Tuttavia, fuor dalla retorica politica, è necessario ritornare sull’argomento e sull’iniziativa voluta dal presidente della regione Calabria, Mario Oliverio, al fine di tentare di fare chiarezza su di una vicenda che, per la verità, presenta diversi aspetti a dir poco controversi.
Visionando gli atti prodotti dai dipartimenti, infatti, su questo evento sono emersi diversi elementi nuovi, a cominciare dal costo complessivo della manifestazione che, a quanto pare, supera gli 800mila euro. Nel primo pezzo ci eravamo limitati a sottolineare il costo di 200mila euro della famosa cena a Piazza Italia e l’affidamento diretto alla ristorArt (Pecco), affidataria della ristorazione alla cittadella regionale,azienda che qualche mese fa, tra l’altro, è stata destinataria di una interdittiva antimafia poi sospesa dal Tar e ora in attesa della decisione di merito. L’affidamento diretto alla Pecco di Nicola Capogreco (in foto), da quanto emerge dagli atti, viene giustificato sostanzialmente come una estensione del contratto in essere e con l’economicità dettata dal fatto che sul fatturato la Regione incassa le royalties. Interpretazione legittima per eventi che si tengono nell’ambito della cittadella ma, assolutamente ardita e, dunque, di dubbia legittimità, nel caso di eventi al di fuori di essa, come appunto l’evento di cui parliamo, il quale si è svolto tra Scilla e Reggio Calabria, e dunque, a circa 150 chilometri dalla sede regionale, luogo per il quale la ristoArt si è aggiudicata la ristorazione.
Ma restiamo agli 800mila euro per l’organizzazione della tre giorni calabrese dei tour operators tedeschi. Con un pezzo a parte analizzeremo il metodo di spesa di tale somma. Possiamo però anticipare qualche considerazione. Ad occhio e croce, infatti, ci sembra che la procedura sia viziata da diverse irregolarità, a partire dallo spezzettamento dei bandi gara. Pratica assolutamente vietata nella P.A. Ciò ha consentito, a nostro avviso, l’elusione delle norme sugli appalti e le relative direttive dell’autorità nazionale anticorruzione (per motivi analoghi al Comune di Cosenza sono stati indagati e, in alcuni casi, arrestati diversi dirigenti del comune bruzio).
Facciamo dunque un passo indietro. Limitandoci in questa prima parte ad una valutazione sulla genesi e sull’utilità di questa kermesse. Intanto cerchiamo di chiarire di cosa si è trattato realmente e chi sono i partecipantia questo mega galà pagato dai contribuenti calabresi e andato in scena a metà ottobre a Reggio Calabria.
L’eventosi riferisce alla 68° edizione del meeting della DRV Deutscher ReiseVerband ( DRV– federazione tedesca degli agenti di viaggio, Tour Operators e compagnie aeree). Detto così, sembrerebbe un evento epico, ma semplificando con un’espressione alla Catalano di arboriana memoria, potremmo semplicemente definirlo: congresso. Niente di più niente di meno. Il meeting di questi operatori tedeschi, infatti, si tiene ogni anno. Tuttavia, siccome gli investimenti nel pubblico vanno valutati secondo la nota formula costi/benefici, proviamo a comprendere quali potrebbero essere i benefici per l’economia della nostra Regione, almeno secondo coloro che hanno deciso e voluto l’evento: Mario Oliverio, la sua Giunta e l’ENIT, che è l’agenzia nazionale per il turismo, un ente di Stato che ha un secolo di vita.
La Regione in tutti i suoi atti richiama una nota dell’ENIT, nella quale l’agenzia nazionale del Turismo avrebbe indicato la Calabria a candidarsi per questo evento. Or dunque, ci sorgono le prime domande: è stata indicata solo la Regione Calabria per ospitare questo evento? Oppure sono state indicate altre regioni? Da quello che siamo riusciti a sapere, infatti, altre regioni, seppur invitate a ospitare l’evento, sembra che abbiano ritenuto di declinare l’invito perché il costo dell’operazione è stato considerato troppo oneroso. La regione Calabria, invece, ha ritenuto di accollarsi la spesa. Obiettivo della Regione: aumentare i flussi turistici dalla Germania. Sorge spontanea un’altra domanda: l’ENIT ha co-finanziato la manifestazione? Nelle carte che abbiamo visionato non abbiamo trovato risposte ai nostri quesiti. In un paese normale, in una regione normale, queste informazioni avrebbero dovuto essere disponibili a monte. E invece, siamo ancora qua, a cercare di comprendere come sono state espletate le procedure di gara, conoscere i vincitori dei bandi, comprendere i codici dei capitoli di bilancionei quali si è attinto per coprire e giustificare la spesa. Una pubblica amministrazione seria avrebbe dovuto rendere tali informazioni trasparenti e sottoporle alla libera valutazione dell’opinione pubblica. E invece no, a stento siamo riusciti a venire a capo del costo complessivo della manifestazione. Lo spezzettamento dei bandi, i diversi dirigenti firmatari delle determine, sul piano amministrativo hanno reso le varie azioni amministrative più simili all’impianto delle scatole cinesi, piuttosto che,limpidi e lineari iter amministrativi.
Negli atti, al fine di giustificare tutta la manifestazione e le relative spese,si richiamano costantemente ibenefici che avrebberotratto i paesi e le località che hanno ospitato le precedenti edizioni del meeting della DRV. Pare che gli ultimi paesi ospitanti siano stati la Corea del Sud, il Montenegro, l’Austria, Abu Dhabi e il Portogallo. E almeno da quanto recitano gli atti e,sulla base degli elementi di valutazione forniti da ENIT,in questi paesisi sarebbero registrati consistenti incrementi dei flussi turistici: ad Abu Dhabi +8% e Portogallo +16%. Dati, per la verità, molto generici ed estremamente indicativi. A questo punto sorge naturale un’altra domanda: come si fa a ritenere che tali incrementisiano riconducibilial meeting della DRV? Nelle informazioni fornite dalle Regionenon ci sono elementi di valutazioneche consentono questo tipo di analisi.
All’indomani di iniziative come questa,sarebbe stato opportuno, soprattutto quando si spendono consistenti soldi pubblici, indicare fatti e risultati concreti, tipo: la stipula di contratti con qualche operatore turistico della nostra Regione, protocolli d’intesa con le federazioni delle strutture ricettive, convenzioni con qualchealbergatorepiù rappresentativo. E ciò, non solo per lasciare traccia dell’utilità del meeting ma, perlomeno, salvare la faccia, alla luce della folkloristica, scintillante ed esibizionistica cena in Piazza Italia a Reggio Calabria, tra signori, signore, miss, first lady in pectore, paillettes e luccicanti. Invece, almeno da quanto ne sappiamo, niente di tutto ciò si è verificato nel corso della tre giorni con i 600 tour operators tedeschi. Quello che rimane di questa bella scampagnata offerta dai contribuenti calabresi ai signori tedeschi, è la speranza, nient’altro che la speranza che in futuro possa verificarsi un incremento dei flussi di turismo germanico verso le nostre latitudini. Un incremento che, seppur dovesse avvenire, difficilmente potrà essere ricondotto con assoluta certezza alla manifestazione di Piazza Italia di Reggio Calabria, anche perché, già oggi, il maggiore flusso di turismo estero verso la Calabria è costituito da quello tedesco. Un’operazione seria e produttiva, invece, avrebbe potuto essere quella di provare a conquistare nuovi flussi di turismo estero guardando a paesi e mercati ancora inesplorati. Gli strateghi economici del decimo piano della cittadella regionale, invece, hanno preferito affidarsi alla sontuosa cena reggina di Piazza Italia. La cena offerta ai tedeschi, alla luce di queste considerazioni, dunque, se non assume i connotati della beffa poco ci manca. In questa mega manifestazione, l’unica cosa certa che possiamo registrare allo stato, è la spesa di 800mila euro e i sorrisi a 32 carati del presidente della Regione Calabria in occasione del gran galà di Piazza Italia. Per il resto, lasciamo ai nostri lettori, agli operatori turistici calabresi e ai nostri corregionali ogni altra considerazione nel merito e sul valore dell’iniziativa. A ben vedere, l’iniziativa che si è tenuta a Reggio Calabria più che altro ci è sembrata un’imponente operazione di marketing politico a vantaggio del Governatore e del sindaco di Reggio Calabria, entrambi in zona elettorale, piuttosto che un’utile operazione di marketing turistico a vantaggio degli operatori turistici calabresi.
Pa.Mo.