Dopo oltre 15 anni la Locride trova nuovamente rappresentanza in Consiglio regionale, almeno tramite elezione diretta. A quell’epoca risalgono infatti le elezioni di Luciano Racco e Cosimo Cherubino, entrambi in quota nuovo Psi. Poi soltanto un breve passaggio con Pietro Crinò, ex sindaco di Casignana, che subentrò a Giovanni Bilardi eletto in Parlamento.

Nel 2020 tocca ad un altro Crinò, Giacomo, fare il suo ingresso a palazzo Campanella e dalla porta principale considerate i 4222 voto ottenuti con la lista della Casa delle Libertà nella Circoscrizione Sud.

Giacomo Crinò raccoglie l’eredità politica non solo dello zio Pietro, ma anche dell’altro zio Francesco che fu senatore della Repubblica. Un’eredità politica che non lo spaventa e lo sprona a migliorarsi. Del resto la sua è una storia particolare, considerato che è un emigrante al contrario. Avvocato, ha studiato e si è formato a Roma dove aveva iniziato a lavorare. Ad un certo punto la svolta e il ritorno nella Locride deve aveva lasciato famiglia di origine e amici. Torna insieme a quella che diverrà sua moglie e mette su famiglia. In politica un trascorso come consigliere comunale a Bianco per due consiliature. Adesso ha una grande voglia di impegnarsi per il suo territorio con la Casa delle libertà che spera abbia i giusti riconoscimenti da Jole Santelli.

 

«Ovviamente Locri e la Locride sono casa mia. Da anni questo territorio è stato abbandonato a se stesso e soffre. Mi ha tributato, però, un grande successo elettorale e ho necessità adesso di rimarcare bisogni e necessità di quel territorio e di operare per ottenere tutte quelle cose che spettano a quella comunità»

Sente il peso dell’eredità politica dei suoi zii Franco e Pietro?

«Certamente sì. In famiglia c’è sempre stato un impegno politico che deriva da tantissimi anni e i miei zii, a diversi livelli, hanno operato bene in politica. Adesso mi cedono il testimone, ma la mia esperienza deve essere nuova. Proverò a fare tesoro delle esperienze positive del passato, ma adesso punto anche ad innovare»

La scelta di candidarsi nella Casa delle Libertà come è maturata?

«La decisione di candidarmi nella Casa delle Libertà è stata frutto di un ragionamento politico svolto con degli amici. Mi riferisco prima di tutto al gruppo politico di Cosenza dei fratelli Pino e Tonino Gentile e al gruppo di Catanzaro di Piero Aiello e Baldo Esposito. Tutti amici personali e familiari da diverso tempo insieme ai quali abbiamo costituito questa lista che non morirà con la tornata elettorale ma proseguirà la sua esperienza. Costituiremo il gruppo Cdl in Consiglio insieme a Baldo Esposito e abbiamo investito il senatore Tonino Gentile del ruolo di portavoce presso il presidente Jole Santelli di quelle che sono le aspettative legittime che il gruppo rivendica sulla base di un risultato che è stato di assoluta rilevanza, quasi al 7% su base regionale».

Vi aspettate un assessorato?

«Aspettarselo credo sia legittimo. Spetterà decidere a Jole Santelli alla quale rivolgo nuovamente tanti auguri e tengo a dire che i suoi primi passi, nonostante le continue emergenze, mi sembrano importanti e innovativi per la Calabria. Le prima nomine in giunta sono di primissimo ordine. E’ normale tuttavia che la Cdl, come soggetto politico, abbia delle aspettative. Se poi saranno soddisfatte o meno dipenderà dal tavolo ad hoc presso il quale saremo rappresentati da Tonino Gentile».