Torna a riunirsi venerdì il Consiglio regionale, come da convocazione del presidente Nicola Irto. Al centro dei lavori ci saranno alcune proposte di legge e tra queste val la pena di segnalare quella che prevede la razionalizzazione delle opere pubbliche previste nella finanziaria, le modifiche alla legge istitutiva dell’Enoteca regionale e le disposizioni sull’attuazione delle politiche comunitarie.
In Consiglio, però, non si respira un buon clima. La dicotomia tra la giunta dei tecnici e palazzo Campanella è sempre più evidente e la maggioranza di centrosinistra è in fermento.


Se ne è avuta prova anche durante l’ultima riunione della Commissione Riforme presieduta da Baldo Esposito (Ncd), durante la quale è emersa più di una critica sia al referendum costituzionale di dicembre che all’eccessivo appiattimento delle assemblee legislative nei confronti dell’esecutivo.


Anche le audizioni svolte dalla Commissione, che ha ricevuto i qualificati contributi del senatore Paolo Naccarato e del costituzionalista dell’Unical professor Gambino, hanno messo in guardia sull’eccessivo sbilanciamento dei poteri in capo agli organi di governo.


Un vero e proprio campanello d’allarme per il segretario regionale Ernesto Magorno e per i renziani di Calabria. Anche perché, proprio durante gli ultimi giorni, si stanno susseguendo una serie di prese di posizioni per il no. Dopo quella ormai nota di Orlandino Greco, capogruppo a palazzo Campanella della Oliverio presidente, si sono aggiunte negli scorsi giorni quelle di due altri consiglieri del gruppo come Franco Sergio e Vincenzo Pasqua.


Quest’ultimo, che ricopre anche il ruolo di vicepresidente della Commissione Riforme, oltre ad un invito pubblico ad una attenta valutazione della riforma costituzionale sulla quale gli italiani saranno chiamati a pronunciarsi il prossimo 4 dicembre, ha annunciato uno studio che sarà consegnato alla Commissione per temperare il presidenzialismo regionale troppo sbilanciato a favore del governatore a discapito del ruolo del Consiglio.


Le frizioni tra la giunta dei tecnici e i consiglieri regionali, dunque, continuano ad essere un serio problema per questa legislatura. La scelta di Oliverio e del Pd di lasciare ai margini i consiglieri sta creando sacche di malcontento pronte a divampare, con risultati imprevedibili anche sull’esito del voto in Calabria in vista del referendum. La consultazione, dunque, sarà cartina di tornasole (in Italia come in Calabria) dei rapporti interni al Pd. Anche se pare assai difficile che Mario Oliverio possa resistere a lungo senza mettere mano alla giunta coinvolgendo gli eletti nei processi di governo e magari assegnando deleghe pesanti come quella all’Agricoltura e al Turismo che ancora tiene strette a sé. Un atteggiamento accentratore che sta svilendo il ruolo del Consiglio e provocando un pericoloso scollamento tra potere esecutivo e potere legislativo.

 

Riccardo Tripepi