Non si sblocca la situazione nel centrodestra, ancora diviso su capigruppo e presidenze. Sempre più concreta l'idea di fare arrivare il bilancio direttamente in Aula
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Potrebbe passare alla storia del regionalismo calabrese come uno degli avvii più lenti quello della undicesima legislatura. Complice anche l’emergenza Coronavirus ci sono voluti due mesi per avere la giunta e il consiglio regionale pienamente operativi.
La prima seduta dell’Assemblea si è svolta il 26 gennaio per l’insediamento dei consiglieri e l’elezione dell’Ufficio di presidenza con tanto di spaccatura interna nel centrodestra e lo scontro tra il nuovo presidente Mimmo Tallini e il candidato della Cdl Baldo Esposito.
A distanza di oltre dieci giorni da quella data non sono stati formalizzati neanche tutti i presidenti dei gruppi, né si ha notizia del destino delle commissioni consiliari.
Nel centrosinistra con il Pd che ha indicato Mimmo Bevacqua e Io resto in Calabria che ha scelto Pippo Callipo come presidenti, rimane da sciogliere il nodo dentro i Democratici e Progressisti con Giuseppe Aieta e Flora Sculco che non arretrano di un passo sulle rispettive pretese.
I dissidi del centrodestra
Ma sono i dissidi interni al centrodestra a dominare la scena. Al momento solo Fdi con Filippo Pietropaolo, la Lega con Tilde Minasi e l’Udc con Giuseppe Graziano hanno indicato i presidenti.
In Forza Italia si attendono le decisioni di Domenico Giannetta entrato in Parlamento al posto della decaduta Jole Santelli, ma si aspettano anche la lista del presidente e la Casa delle Libertà perché le loro scelte si intersecano con le presidenze di commissione. Il nodo della questione è se far rimanere fuori gli uomini di Tonino Gentile anche dalla guida di questi organismi dopo lo sgarbo in Aula con il mancato ritiro della candidatura di Esposito.
Ed è per questo che l’idea di far passare il bilancio, al quale sta lavorando la giunta in questi giorni, direttamente in Consiglio nella settimana dopo Pasqua è sempre più concreta. L’esame in Commissione verrebbe sostituito, considerata anche l’urgente necessità di sbloccare le risorse con un esame in Conferenza dei capigruppo. A fine mese scade il termine per evitare la gestione provvisoria.
Macchina legislativa bloccata
È chiaro, però, che senza le Commissioni consiliari operative può considerarsi di fatto bloccata la macchina legislativa di palazzo Campanella. Una paralisi che, a questo punto, potrebbe sforare tranquillamente il mese di aprile per un blocco che andrebbe a sfiorare i sei mesi complessivi, considerando che le ultime riunioni di commissione si inseriscono nella precedente legislatura, ai primi di dicembre del 2019.