L'approvazione del bilancio chiude l'esercizio provvisorio e consente più margini di manovra per affrontare l'emergenza. Ma la vera chiave di volta è l'uso dei fondi europei. Santelli chiede una mano all'opposizione per bonificare la Cittadella. Polemica con Conte sui rientri, ma ci sono tre milioni per le famiglie dei fuorisede
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Il primo grande passo istituzionale compiuto in questa legislatura è stato rinunciare, quasi fuori tempo massimo, alla pesante eredità oliveriana.
Il precedente governo di centrosinistra aveva deciso di non approvare la manovra finanziaria, per ragioni che vanno dall'“opportunità politica” (sarebbe stato un bilancio lacrime e sangue alla vigilia delle elezioni) alla impossibilità di far quadrare conti ormai compromessi e già finiti sotto la lente della Corte dei conti.
La Regione Calabria, fino a ieri e per cinque lunghi mesi, è stata così in esercizio provvisorio, proprio nel bel mezzo della più grave emergenza sanitaria e sociale dal Dopoguerra a oggi. Significative sono, in tal senso, le scuse pubbliche di due big del centrosinistra come Mimmo Bevacqua e Carlo Guccione, che – malgrado siano stati tra i più implacabili oppositori interni di Oliverio – si sono presi la loro parte di responsabilità per le mancanze del centrosinistra.
Il primo traguardo
L'approvazione del bilancio (il termine ultimo era il 30 aprile) segna perciò un primo, importante, traguardo per la giunta Santelli, che adesso, grazie ai diversi stanziamenti (tra cui 25 milioni per i buoni spesa e altri 1,2 per Banco alimentare e Banco delle opere di carità), avrà più margini di manovra per gestire la crisi, considerato anche l'ingente piano “Riparti Calabria” (150 milioni per le attività produttive).
Non si tratta tuttavia di una manovra espansiva e men che meno può essere considerato un piano Marshall su scala ridotta. È, invece, un piano economico che tenta di gestire l'ordinario, anche in una fase che ordinaria non è.
La Regione, ormai da troppi anni, deve fare i conti – è il caso di dirlo – con una coperta che è sempre più corta rispetto alle esigenze della Calabria. Il 90% dei fondi, anche stavolta, sarà destinato alle spese ordinarie, il 55% delle quali (circa 4 miliardi) riguarda la sanità. Con meno di 800 milioni di risorse libere (767, per la precisione) è impossibile immaginare e programmare la Calabria del futuro.
Lo sblocco dei fondi europei
Ecco perché, a fronte di un bilancio rigido come non mai, è necessario concentrare sforzi ed energie politiche verso l'Europa, per cercare di imprimere una svolta nella spesa dei fondi comunitari, unico passepartout per la crescita della regione.
Santelli saprà far meglio di Oliverio, e di Scopelliti, e di Loiero? Sarà solo il tempo a dirlo. La governatrice, anche ieri, ha però già fatto capire di voler giocare la partita al meglio, come dimostra la richiesta di «snellire le procedure» per i finanziamenti e renderle «più trasparenti».
«Stiamo lavorando in modo tale – ha spiegato – che i fondi arrivino al più presto. Dobbiamo evitare che il Covid diventi una grande occasione per qualcuno che non ha un buon rapporto con la legalità». Procedure più snelle significa dunque «sbarrare la strada» alla criminalità, «perché arriviamo prima noi».
Bonificare la regione
Le dichiarazioni programmatiche sono state rinviate alla prossima seduta del consiglio regionale, ma Santelli ha comunque tratteggiato per grandi linee il suo piano politico, un progetto che dovrebbe prevedere anche il taglio di tutti i rami secchi della Regione, dai carrozzoni in finta liquidazione («procedono ancora alle assunzioni») all'esercito di collaboratori («800 persone») in servizio alla Cittadella più per ragioni clientelari che per effettive esigenze dell'ente.
Disboscare le tante foreste in cui si annidano sperperi e legami non sempre confessabili tra burocrazia e politica sarà una delle sfide più difficile per la nuova amministrazione. Non stupisce affatto, allora, la mano tesa di Santelli verso l'opposizione («aiutateci ad aprire i cassetti e scrosteremo molto»), perché malapolitica e malaburocrazia, nel tempo, hanno messo radici molto profonde.
Le tensioni nel centrodestra
La presidente calabrese e il suo governo, oltre al tentativo di dialogare con la minoranza, dovranno inoltre monitorare bene le fibrillazioni che, dopo tre mesi di legislatura, già agitano il centrodestra. La ripartizione dei vari posti in giunta e in consiglio regionale hanno perlopiù scontentato gli alleati di Forza Italia, che ora non sembrano più disponibili ad accettare acriticamente i diktat che arrivano dall'alto.
A confermare le tensioni ci sono le resistenze che Lega e Fratelli d'Italia pongono tuttora rispetto alla volontà degli azzurri di creare una nuova commissione dedicata ai rapporti con l'Europa.
Ieri la modifica al regolamento del Consiglio, da cui dipende l'istituzione del nuovo organismo, è stata rinviata a data da destinarsi, ma la sensazione è che il dibattito interno al centrodestra sia appena agli inizi.
«Maggioranza sfilacciata»
A sottolineare le prime difficoltà è stato lo stesso Bevacqua, convinto che la maggioranza sia «sfilacciata e in piena confusione»: «A memoria, non si era mai verificata una situazione paradossale come quella avvenuta lunedì in Aula. È andata in scena l'oggettiva difficoltà della maggioranza alle prese con discussioni pletoriche e inconcludenti ma con il solo obiettivo, per i consiglieri di centrodestra, di ottenere esclusivamente qualche prebenda politica post elettorale senza alcun riguardo per gli interessi generali della Calabria».
Non meno critico Nicola Irto, deluso per la mancata approvazione di alcuni suoi emendamenti che avrebbero assegnato più di due milioni di fondi per il personale sanitario impegnato contro il Coronavirus e per aumentare le borse di studio nell'unica scuola di specializzazione in medicina della Calabria: «Hanno detto di no, adesso se ne assumano la responsabilità davanti ai calabresi e a quel personale sanitario che lodano a parole ma che per calcolo politico non hanno esitato a tradire».
La dialettica tra le parti
La dialettica politica, insomma, si annuncia rovente, come nella migliore tradizione calabrese.
Sempre ieri Santelli ha criticato la decisione del premier Conte sui rientri dei meridionali rimasti bloccati al Nord («governo si assume responsabilità dell'eventuale aumento di contagi»).
In serata, tuttavia, la maggioranza ha presentato e poi approvato, anche con il voto della minoranza, un emendamento che istituisce un fondo da tre milioni a sostegno delle famiglie degli studenti fuorisede.
bellantoni@lactv.it