Continua ad essere negativo, ma in lieve miglioramento, il risultato d'esercizio per il bilancio 2020 della Regione Calabria. Il dato emerge dal giudizio di parificazione del rendiconto generale emesso questa mattina dal presidente della sezione Controllo della Corte dei conti, Rossella Scerbo.

Il valore negativo è di -81 milioni ma in miglioramento di 6 milioni rispetto al precedente esercizio. «Sul saldo finale incidono criticità da cui la Regione è affetta da tempo - si legge nella relazione -: la scarsa disponibilità di risorse liquide, la presenza in bilancio di crediti vetusti e non riscossi, la sussistenza di enorme contenzioso per il quale l'amministrazione è costretta ad accantonare cospicue risorse in bilancio».

La criticità più rilevante ravvisato nell'esercizio riguarda la effettiva consistenza di alcuni crediti. Fra questi spiccano quelli che la Regione vanta nei confronti dello Stato per la realizzazione delle dighe sul fiume Menta e sui fiumi Esatto e Carmeli. Inoltre nel bilancio della Regione dell'esercizio 2020 si ripropone un'altra vulnerabilità storica: la consistente presenza di pignoramenti sul fondo cassa che frena liquidità e comprime la capacità di spesa dell'amministrazione.

Ciò che da anni è stato censurato dalla Corte dei Conti è che alcune procedure pignoratizie risalgono addirittura ai primi anni del 2000. La sezione evidenzia poi un'altra grave criticità regionale ossia la presenza di ingente contenzioso che sembra essere affrontata nell'esercizio 2020 con un approccio rigoroso e prudenziale.

A fine 2020 il valore del fondo è più che raddoppiato passando da 66 milioni del 2019 a 136 milioni del 2020: «Per la prima volta in molti anni la Regione ha attuato un effettivo governo del contenzioso».

Largo spazio più alla disamina della sanità: «Fra le spese correnti impegnate nell'anno 2020 oltre il 69 per cento è destinato alla sanità» si legge nella relazione. Per questo motivo la sezione ha cercato di analizzare le cause delle perdite di esercizio di Asp e Ao.

L'analisi ha confermato ancora una volta come il deficit sanitario dichiarato sia totalmente inattendibile e probabilmente sottostimato. In primis ciò è legato alla situazione dell'Asp di Reggio Calabria. Dai documenti acquisiti dalla Corte dei conti ne è emersa una situazione debitoria potenzialmente dirompente con passività che potrebbero toccate i 500 milioni di euro.

Ma in generale tutti gli enti del servizio sanitario chiudono con perdite di bilancio: a fine 2020 i debiti commerciali accumulati dalle Asp e delle Ao sono pari a circa 460 milioni.

La reazione di Occhiuto

La relazione è stata commentata così dal presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto: «La Corte dei Conti ha già fatto nei giorni passati una relazione sullo stato dei conti. Una relazione impietosa perché rappresenta una relazione di inizio mandato».

«Il mio governo regionale - aggiunto - in poco più di un mese ha cercato di risolvere diverse criticità, in primo luogo la sanità, assegnandosi la responsabilità di accertare il debito, mai accertato finora. Ho proseguito con la riorganizzazione delle partecipate ho messo in liquidazione coattiva due partecipate il Corap e l'Afor, anche per evitare che continuasse rigenerarsi quel pesante contenzioso che pesa come un macigno sul bilancio della Regione».

«La Corte dei Conti - ha sottolineato Occhiuto -lamenta giustamente che le partecipate siano ingolfate di personale. Ho inteso affidare a strutture esterne alla Regione, al ministero dalla Pubblica amministrazione la selezione del personale accentrandone in un unico organismo le decisioni in ordine all'aumento del personale. La Corte dei Conti nella sua relazione è preoccupata per la capacità di spesa della Regione e per le risorse copiose che verranno dall'Europa anche in questo ambito sono andato personalmente a Bruxelle. È servito perché la commissaria Europea mi ha incontrato».