Di norma trascorrono una ventina di giorni dal voto alla proclamazione del neo presidente della Regione Calabria e dei nuovi inquilini di Palazzo Campanella. Così fu per Jole Santelli, proclamata dalla Corte d’Appello di Catanzaro il 15 febbraio del 2020.

Una scadenza importante dalla quale dipendono poi, a cascata, tutta una serie di adempimenti e di scelte, a partire da quelli del presidente Roberto Occhiuto che ha rinviato ogni decisione – dall’ingresso in Cittadella alla definizione della giunta – solo a proclamazione avvenuta.

D’altra parte il presidente della Giunta entra nell’esercizio delle sue funzioni all’atto della proclamazione, ed entro dieci giorni dall’insediamento deve nominare il vicepresidente e gli altri componenti della Giunta. Tempi non necessariamente rispettati dai suoi predecessori (proprio la Santelli completò l’esecutivo oltre la metà di marzo, e quindi a quasi due mesi dal voto) ma che comunque fissano una dead line oltre la quale in genere si prende atto che ci sono delle complicazioni, soprattutto all’interno della coalizione che ha sostenuto la candidatura alla presidenza.

Da Statuto poi, così vengono dettati i tempi: nella prima seduta successiva alla elezione del presidente del Consiglio e dell’Ufficio di Presidenza, il presidente della Giunta presenta il programma di governo e da comunicazione della nomina dei componenti della Giunta.

Ora il primo nodo rimane quello della esistenza/resistenza del ticket con il facente funzioni Nino Spirlì che comunque rimane in carica fino alla proclamazione di Occhiuto. Il dato consegnato dalle urne in questo senso non è confortante per il Carroccio che nella tornata del 3 e 4 ottobre ha perso per strada 35mila voti. Senza dilungarsi molto sulla questione gradimento di Spirlì, c’è da dire che la spallata Fratelli d’Italia non l’ha data. Lo scarto tra i due partiti è dello 0,4% e quasi tremila voti a favore del partito di Giorgia Meloni, tra le prime a mettere in discussione il ticket.

Le sue a questo punto potrebbero essere derubricate a rivendicazioni senza seguito. Nel senso che la Lega potrebbe decidere di non schierare Nino Spirlì nella casella della vicepresidenza, magari premiando la continuità della Lega della circoscrizione centro.

A quel punto Fratelli d’Italia potrebbe rivendicare la presidenza del Consiglio regionale con Peppe Neri (favorito) o Antonio Montuoro. Ma la partita non è così facile. Le caselle da incastrare sono diverse e non tutti i desiderata dei protagonisti della campagna elettorale potranno essere esauditi. Anche perché in quota Francesco Cannizzaro, deputato reggino e responsabile per il sud di Forza Italia, i nomi in ballo sono quelli di Giovanni Arruzzolo e Domenica Catalfamo. Il primo ha guidato l’assemblea regionale dopo le vicende giudiziarie che hanno coinvolto Mimmo Tallini, la seconda è stata assessore ai Trasporti.

Cannizzaro punta alla riconferma dei due, ma la cosa non sarà facilissima, viste le rivendicazioni di Fratelli d’Italia, ma soprattutto il fatto che tra gli eletti, della sua “corrente” c’è solo Arruzzolo. Dunque se Cannizzaro propenderà per la conferma della Catalfamo, difficilmente avrà anche la presidenza di Arruzzolo, che potrebbe finire quindi a Neri. Se viceversa il politico rosarnese dovesse spuntarla allora sarà rimessa in discussione l’attribuzione di un assessorato ad un’altra donna diversa dall’uscente Catalfamo.

D’altra parte i rapporti di forza, derivanti dall’esito del voto, dicono che in quota Giuseppe Mangialavori – coordinatore regionale azzurro – ci son quattro eletti, e tre invece sono in quota Gianluca Gallo, comunque certo con i suoi oltre 21 mila voti, di essere il destinatario di una delega molto importante, due in quota Occhiuto e uno, appunto, per Cannizzaro.

Le quote rosa in questo senso rappresentano un altro dei nodi fondamentali da sciogliere. È chiaro che ad una settimana dal voto, ogni considerazione è passibile di smentita il giorno dopo, ma a quanto pare un assessorato rosa spetterà a Coraggio Italia che potrebbe pescare all’esterno una delle competenze su cui vuole puntare Occhiuto.

E se Fratelli d’Italia prenota un posto per Fausto Orsomarso nel nuovo esecutivo, anche la Lega avrà il suo rappresentante, la cui scelta dipende, come detto prima, dalla risoluzione del caso Spirlì.
Da quel che trapela, al momento, fuori dalla giunta rimarrebbe l’Udc.