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“Nei giorni scorsi Massimo D'Alema ha partecipato ad alcune iniziative pubbliche in Calabria e in Sicilia. Abbiamo seguito con l'attenzione dovuta il presidente D'Alema, condividendone in buona parte le linee politiche tracciate, in previsione di un forte impegno comune capace di tradursi in tempi ragionevoli in un percorso costitutivo che conduca ad una sinistra unica e coesa che, nonostante qualche fisiologica differenza di sensibilità, sia in grado di costruire una casa comune allargata e dunque mettere in campo una proposta di cambiamento concreta per il Paese”. E’ quanto afferma il coordinatore provinciale di Sinistra Italiana di Vibo Valentia, Gernando Marasco.
“In questo senso il richiamo alla vicina situazione siciliana, dove con lodevole senso di responsabilità si è giunti ad una candidatura unica ed alternativa alle destre e all'asse centrista Pd-Alfano, risulta essere l'esempio virtuoso da seguire. Crediamo che la candidatura di Claudio Fava sia la scelta giusta per la Sicilia e che possa rappresentare un modello per il processo di unificazione nazionale della sinistra, a prescindere dai tentennamenti dell’ “ineffabile avvocato Pisapia” (definizione proprio di D’Alema).
Rispetto alla Sicilia, però, nella nostra regione il nodo politico appare più intricato: qual è il rapporto della sinistra calabrese con la dirigenza regionale del Pd e soprattutto con la giunta Oliverio? L’ultima seduta del Consiglio regionale, con l’elezione “a furor di popolo” di Pino Gentile vice-presidente, ha certificato che anche in Calabria l’alleanza Pd-Ncd è organica e perfettamente in linea con il governo nazionale.
Il giudizio politico di Sinistra italiana è noto e, per quanto risulta dai vari incontri succedutisi in questi mesi, anche quello delle altre forze politiche o di movimento che si collocano alla sinistra del Pd è altrettanto avverso all'esperienza di governo regionale in corso. “La Sinistra con Speranza”, in certa misura anticipatrice del tentativo di costruzione di una forza unitaria e plurale della sinistra, che pure aveva concorso sin dalle elezioni primarie, è stata estromessa nelle giornate successive alle elezioni dall'assunzione di responsabilità di governo regionale. Tutto senza una motivazione politica chiara, ma nell'assoluto silenzio e dunque assenso del Pd regionale.
Il nostro resta dunque un giudizio politico negativo sia in termini di merito che di metodo e dal quale bisogna ripartire, per conseguire le necessarie e riconoscibili caratteristiche di alternativa da presentare alla comunità calabrese. Del resto i rovesci elettorali nei Comuni più importanti della Calabria lasciano intuire che la "connessione sentimentale" tra governo regionale e popolazione calabrese sia finita da un pezzo. Da notizie di stampa risulta che persino una non indifferente parte del Pd - conclude Marasco - abbia preso le distanze dalle modalità di governo regionale.
La Sinistra che rinasce non può avere alcun rapporto di cooptazione e di relazione con le classi dirigenti responsabili a vario titolo di un regionalismo fallimentare fatto di un’alternanza solo apparente di quello che, invece, nel corso degli anni si è rivelato il partito unico della “gestione”.