Anche in Calabria le nomine sono da manuale (Cencelli). E se la premier Giorgia Meloni ha assegnato ministeri e sottosegretariati in base alle percentuali ottenute da ogni partito alle elezioni del 25 settembre, pure il meno famoso Filippo Mancuso, presidente del Consiglio regionale, ha usato il bilancino per distribuire gli incarichi di sottogoverno tra le forze di centrodestra che, ormai più di un anno fa, hanno vinto le Regionali.

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Le nomine del Consiglio

Il Consiglio della Calabria ha la facoltà di assegnare una settantina di incarichi in decine di comitati, società, commissioni, consulte e osservatori vari. Alcuni enti, come il Corecom e Fincalabra, sono molto importanti; altri, come l’Osservatorio per lo sport, decisamente meno. Ma tutti, con poche eccezioni, tengono in vita uno stipendificio che torna sempre utile alla politica e alle varie maggioranza che via via si alternano a Palazzo Campanella.

È il segreto di Pulcinella: i partiti usano queste società sub-regionali per far quadrare i conti interni e dare un incarico – spesso ben retribuito – a uomini d’area, amministratori locali, portatori di voti, candidati non eletti.

Decide il presidente

Come sempre, però, l’Aula non decide un bel niente. La prassi vuole che si attivino i cosiddetti «poteri sostitutivi», previsti dal Regolamento interno e da una legge del '95 (la 39). Le nomine, così, le effettua sempre il presidente dell'assemblea, in genere dopo un accordo con le forze maggioranza e di minoranza, dato che in alcuni enti è prevista la presenza di membri scelti dall'opposizione. È andata in questo modo anche stavolta.

Mancuso, dopo averle rinviate per «evitare sospetti di interferenze anomale» durante l’ultima campagna elettorale, nei giorni scorsi ha sfornato le prime due tranche di nomine. A occupare le postazioni più ambite e meglio remunerate sono gli uomini di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, con qualche concessione anche ai partiti minori e al Pd.

Il Corecom

Il Corecom, il comitato regionale per le comunicazioni, era una delle destinazioni più desiderate. A presiederlo è stato chiamato Fulvio Scarpino, pare in quota Fdi. A sponsorizzarne la nomina sarebbe stato il presidente della commissione Bilancio di Palazzo Campanella, Antonio Montuoro, uomo forte dei meloniani nel Catanzarese. Scarpino, già assessore del capoluogo e figlio di Sergio, ex consigliere regionale della Dc, dovrebbe percepire poco più di 3mila euro lordi al mese.

Ne guadagneranno circa 2mila gli altri due componenti del Comitato designati da Mancuso, Mario Mazza e Pasquale Petrolo. Mazza, ex sindaco di Gioiosa Jonica, sarebbe stato indicato dalla Lega, su input del presidente della commissione Antindrangheta, Pino Gelardi. Petrolo entra invece come espressione della minoranza. A supportarlo sarebbe stato il Pd e, in particolare, spiegano i bene informati, il consigliere ed ex sindaco di Soverato Ernesto Alecci.

I posti in Fincalabra

Mancuso ha anche scelto i due componenti del cda di Fincalabra, l’ente per le politiche di sviluppo economico. Uno è Giuseppe Monteleone, segretario vibonese di Italia al centro, il partito di cui è segretario regionale il consigliere Francesco De Nisi, a cui – dicono in Consiglio – va attribuita la paternità della nomina.

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L’altro è il crotonese Nicola Daniele, candidato della Lega alle Regionali del 2021 e alle ultime Politiche (era quarto nel plurinominale Camera). Fonti attendibili dell’Astronave spiegano che la scelta di Daniele sarebbe stata caldeggiata dal consigliere salviniano Pietro Raso in tandem con Domenico Furgiuele, il parlamentare che poche settimane fa ha riconquistato un seggio alla Camera anche grazie ai voti ottenuti nel Crotonese. Monteleone e Daniele percepiranno un compenso di 30mila euro all’anno a testa.

Non poteva mancare Fi, il primo partito della coalizione. Agli azzurri, e al consigliere Michele Comito, sarebbe riconducibile la nomina di Antonio Pagano a presidente del collegio sindacale di Fincalabra. L’ex consigliere comunale di Vibo dovrebbe ricevere un compenso annuale di 38mila euro.

Il membro effettivo del collegio sarà invece il rossanese Domenico Pisano, designato in quota Udc e, quindi, su probabile impulso del consigliere Giuseppe Graziano. Pisano guadagnerà 32mila euro all’anno.

I garanti

Alla politica vanno ricondotte pure le figure dei garanti. Nel caso di Antonio Marziale l’appartenenza va a braccetto con la competenza. Il sociologo originario di Taurianova, volto noto della tv nazionale, dopo aver dedicato la sua vita alla difesa dei diritti dei più piccoli, è stato richiamato in Regione per fare il garante dell’Infanzia. Nel curriculum di Marziale c’è però anche la militanza politica: l’anno scorso si è candidato alle Regionali nelle liste di Fdi.

Secondo quanto riferiscono fonti vicine alla presidenza del Consiglio, anche i nuovi garanti della Salute e dei Detenuti, Anna Maria Stanganelli e Luca Muglia, avrebbero potuto contare sul sostegno, rispettivamente, di Fi e Forza Azzurri, la lista satellite dei berlusconiani. Tutti i garanti della Regione percepiscono un compenso pari a 1.275 euro lordi al mese. Anche questo da manuale.