Ai dubbi dell'Anac su quanto accade nel settore si aggiungono quelli del consigliere, che paventa illegittimità e denuncia: «Situazione creata ad hoc per favorire qualcuno?»
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Era già uno e trino, visti i tre incarichi da dirigente ad interim che ricopriva già. Ora però Giacomino Brancati dovrà farsi in quattro per il Dipartimento Tutela della Salute, Servizi sociali e sociosanitari della Regione Calabria e sostituire pure Francesco Bevere come direttore generale. Già a luglio il suo predecessore, appena insediatosi, aveva dovuto fare i conti con le carenze di personale a sua disposizione. Nella sintesi delle attività svolte dal Dipartimento negli ultimi nove mesi si legge, infatti, che «le unità di ruolo all’epoca presenti nell’area sanitaria del Dipartimento, non superavano il numero di 40, fatto questo che rendeva incompatibile il regolare svolgimento delle ordinarie attività afferenti la totalità dei settori del Dipartimento, nonché inadeguato il supporto da garantire alla struttura commissariale».
Mancavano i dirigenti per i settori “Autorizzazioni ed Accreditamenti” e “Gestione Sisr-Monitoraggio e Implementazione dei Flussi Sanitari” e parecchi funzionari «con vari profili professionali giuridici, contabili o tecnici»: a inizio settembre sono arrivati i primi due, seguiti pochi giorni dopo da altri cinque dipendenti, poi più nulla. E il Dipartimento si è ritrovato pure a dover lavorare sui 175 milioni di finanziamenti europei del Por 2014-2020 da riprogrammare per la lotta al coronavirus, «nonostante l’esiguo organico e la frammentata competenza sulla progettazione e gestione di fondi comunitari».
Le corsie preferenziali
Mesi difficili, in cui – denuncia il consigliere regionale Carlo Guccione (PD) – i problemi organizzativi non sono certo migliorati, anzi. Il democrat già in passato aveva puntato il dito proprio sugli accreditamenti e sollecitato chiarimenti dopo che l'Anac, a dicembre, aveva segnalato «criticità concernenti l'attività di controllo sulle strutture sanitarie e sociosanitarie private accreditate della Regione Calabria». Mentre l'Anticorruzione sollevava dubbi sulla legittimità dell'operato della Cittadella, nel settore continuavano ad accumularsi ritardi monstre, ingigantendo la già vasta quantità di arretrati ereditata dagli anni precedenti. E il modo di gestirla non pare dei migliori.
«Siamo a conoscenza – denuncia Guccione - che per alcune pratiche non viene rispettato l’ordine cronologico delle domande. Un atteggiamento da parte della Regione Calabria che rischia di favorire l’illegalità e l’illegittimità. Le mancate risposte, positive o negative, all’enorme mole di richieste che giacciono da anni nei cassetti del Dipartimento generano conteziosi e ricorsi che confermano l’incapacità della Regione di concludere i propri iter amministrativi».
Caos creato ad hoc?
Si è passati, insomma, dalla padella alla brace: «La macchina organizzativa di questo importante Dipartimento – prosegue il consigliere - continua a peggiorare. Regna il caos più totale in un settore chiave della Regione Calabria: un caos forse creato ad hoc per favorire determinati interessi». Di chi? Guccione nomi non ne fa, limitandosi a escludere che a beneficiare della situazione siano «coloro i quali pretendono, giustamente, il rispetto della legge e dell’iter trasparente delle procedure».
E concludendo con un altro esempio della confusione imperante: «Paradossale è anche la situazione delle associazioni di volontariato che garantiscono il servizio di supporto al sistema di emergenza-urgenza del 118 della provincia di Cosenza. Da mesi – spiega - chiedono che vengano autorizzate dalla Regione le pratiche di accreditamento per poi procedere alla convenzione» con l'Asp di Cosenza. Invano però, visto che «dal Dipartimento non è mai arrivata alcuna risposta».
giuliani@lactv.it