«Il Pil italiano migliora se migliora e cresce il Sud: all’ipotesi di un federalismo «col doppio fondo» che cela una secessione dobbiamo rispondere con un ragionamento nazionale, anche per avere più voce e autorevolezza in Italia e nel mondo». Lo ha affermato ieri a Vietri sul Mare (Salerno) il consigliere regionale Alessandro Nicolò, intervenendo al convegno “Più Sud, più Italia”, la due giorni organizzata da Fratelli d'Italia e dall'Alleanza dei Conservatori e Riformisti europei (Acre) con Giorgia Meloni e il neo governatore dell’Abruzzo, Marco Marsilio.

«Sarebbe davvero un controsenso – ha aggiunto Alessandro Nicolò, esponente di FdI – che nei fatti avrebbe effetti laceranti per quella coesione unitaria che dovrebbe costituire lo zoccolo duro sovranista in un contesto globale per avere, sia pur nelle diversità, maggiore compattezza e voce in capitolo nei processi europei e nello scacchiere internazionale».


Nel corso del suo intervento, nella sala convegni all'Hotel Lloyd's Baia che ospita la kermesse voluta da Giorgia Meloni sui temi del lavoro, dell'agricoltura, dello sviluppo e delle infrastrutture, Nicolò ha sollecitato una ripresa del protagonismo politico, culturale e imprenditoriale del Mezzogiorno: «Occorre promuovere coerentemente un ruolo attivo e fattivo delle realtà locali – ha sottolineato – che in una cornice di globalizzazione consenta di conseguire obiettivi di perequazione economica, infrastrutturale e sociale e di uguaglianza nell’erogazione dei servizi essenziali ai cittadini».


Ricordando in proposito «i contenuti della mozione presentata dalla componente FdI alla Regione Calabria», l’esponente politico ha indicato «una traccia per un lavoro che ci dovrà vedere impegnati in sinergia con le altre Regioni del Sud per soluzioni condivise a difesa non solo della tutela dei diritti già negati alle nostre popolazioni ma per sfruttare l’opportunità di rilanciare e promuovere condizioni di sviluppo per l’intero Meridione».


«Di fronte alla proposta di “secessione velata” – ha concluso – occorre sviluppare un confronto serrato, raccogliere la sfida rappresenta anche occasione per ridisegnare un regionalismo che consideri il Sud non più un fardello ma una risorsa».