Così in una nota il movimento vibonese riferendosi alla coordinatrice azzurra: «Incapace di capitalizzare una grande opportunità che in questo momento le si prospetta davanti agli occhi»
Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
«C’è da rimanere allibiti davanti a tanta prepotenza, si organizzano spedizioni stile “action tour” fuori dai confini regionali, quasi a voler dimostrare una supremazia nel partito talmente imponente da sfidarlo anche su Roma.
Gesto azzardato in un momento dove i vertici regionali sono alla berlina, per i troppi errori e l’incapacità di trattenere le tante personalità che oramai da tempo, proprio per questo loro modo di fare, hanno abbandonato il partito o si apprestano a farlo». È quanto si legge in una nota firmata dal movimento politico “Vibo Valentia da Vivere” in merito alla decisione del Coordinamento regionale di Forza Italia, riunito a Roma, di ufficializzare la candidatura di Mario Occhiuto, candidatura che dovra comunque sempre passare al vaglio del Comitato di presidenza.
«Ci chiediamo cosa deve ancora accadere in Calabria prima che i quadri nazionali se ne occupino concretamente. Ma specialmente, come può la coordinatrice regionale arrogarsi il diritto di chiudere un comunicato stampa attestando che la Calabria non attendeva altro che questa scelta, dimenticando i moniti e le proteste che da ogni angolo si levano all’indirizzo dei suoi, per nulla convincenti, colpi mancini.
Atteggiamento non nuovo il suo, basta non avere la memoria corta e ricordare l’impatto che le sue convinzioni hanno avuto in passato - vedi elezioni regionali 2014 - per capire in che misura possono rivelarsi devastanti.
Oggi, come allora, convinta – si legge ancora - ci riprova, trascinando il partito nel caos, mettendo a rischio le elezioni europee e regionali, nonostante in calabria, in controtendenza rispetto al resto d’Italia, il partito con una guida equilibrata, potrebbe non solo confermare, ma forse, anche migliorare, il voto del 4 marzo.
L’attuale dirigente regionale è inadeguata, incapace di capitalizzare una grande opportunità che in questo momento le si prospetta davanti agli occhi.
Un coordinatore di partito non si sforza di fare il bene che sente suo, né agisce a cuor leggero come se dovesse decidere cosa metter in tavola per cena, ma con equilibrio e responsabilità tutela le aspettative dell’intera comunità politica che rappresenta.
Restiamo dunque in attesa delle decisioni che a breve si avranno dal consiglio di presidenza, ci conforta sentire dalla voce di un suo autorevole rappresentante parole sensate che manifestato tutte le nostre preoccupazioni e perplessità su un nome e su un metodo assolutamente discutibile adottato, tra l’antro, da un coordinamento incompleto e, lasciatecelo dire, troppo accondiscendente».