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CATANZARO – “Dieci giorni per indire le elezioni”. L’ordine, perentorio, arriva dal Tar di Catanzaro ed è rivolto alla presidente facente funzioni della Giunta regionale. Un vero e proprio ultimatum contenuto nella sentenza emessa dai giudici amministrativi nel pomeriggio di ieri ed in risposta ad un ricorso promosso da una serie di associazioni, rappresentate dagli avvocati Gianluigi Pellegrino e Francesco Pitaro.
Conto alla rovescia. Antonella Stasi è ora all’angolo obbligata a fissare i comizi elettorali per evitare il commissariamento della Regione. E se la governatrice non rispetterà l’imperativo categorico del Tar, la palla passerà al Prefetto di Catanzaro Raffaele Cannizzaro, già in preallarme. Il conto alla rovescia è partito e, secondo il timing dettato dai giudici, da oggi la giunta avrà dieci giorni di tempo per procedere. Dalla pubblicazione del decreto che fissa la data del voto non potrà trascorrere più di un mese e mezzo. Se la matematica non è un opinione ciò significa che l’ultima domenica utile per chiamare alle urne i calabresi sarà quella del 26 ottobre, la data cerchiata in rosso dal segretario regionale del Partito Democratico Ernesto Magorno, ma anche dal leader del Movimento Diritti Civili Franco Corbelli e dal coordinatore del Nuovo Centrodestra Tonino Gentile.
Le reazioni. La sentenza del Tar mette dunque fine al balletto delle date. Soddisfatto l’avvocato Pitaro per il quale la democrazia impedita per alcuni mesi può adesso riprendere il suo corso. “Il muro di cemento armato costruito con l’utilizzo di cavilli e furbizie – aggiunge il legale catanzarese – è stato abbattuto dalla decisione dei giudici amministrativi”.
Incassa il colpo Antonella Stasi che in una nota prova a minimizzare assicurando che “la data delle elezioni sarà fissata nel più breve tempo tecnicamente compatibile con i vari adempimenti previsti dalle norme”. Inimmaginabili altri rinvii vista la spada di Damocle che da ieri pende su palazzo Alemanni