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CATANZARO - "L'ho già detto e lo ribadisco. Nel caso in cui tutti i partiti ufficializzeranno la rinuncia alle elezioni primarie istituzionali, c'è la mia ferma volontà di andare al voto al più presto. La data del 12 ottobre è stata scelta non a caso". Lo afferma, in una dichiarazione, la presidente facente funzioni della Regione, Antonella Stasi. "Attendo adesso - aggiunge - un segnale concreto dalle forze politiche e nessun altro tentennamento. Il mio auspicio é che tutti rinuncino alle primarie istituzionali".
Sperpero di denaro pubblico. "Ci chiediamo come mai la stampa nazionale, da il Fatto al Corriere della Sera, a Repubblica a il Giornale, non parli del 'caso Calabria', dove si rischia di svolgere primarie a pagamento pubblico per soddisfare la bramosia di qualcuno che ha un'anzianità politica di 40 anni e che forse Matteo Renzi si è perso nella sua battaglia di rottamazione". Lo affermano, in una nota, i senatori del Nuovo centrodestra Guido Viceconte, Antonio Gentile, Giovanni Bilardi, Piero Aiello e Ulisse Di Giacomo. "Quello che rischia di consumarsi in Calabria - aggiungono - è un vero e proprio sperpero di denaro pubblico che unisce partito e istituzione come ormai accade solo a Pongyang. Come Ncd ci siamo subito tirati fuori fa questa contesa per la quale il 21 settembre, con fondi pubblici, per una legge voluta il 2009 dall'allora maggioranza di centrosinistra, si voterà nei comuni e negli uffici pubblici per scegliere il candidato a Presidente. Con questi soldi potremmo assumere quei medici che servono alla Regione. I cittadini sono disgustati da tanta pervicacia". "Avevamo rivolto un appello ai partiti - dicono ancora i senatori di Ncd - perchè rinunciassero, ma non abbiamo ricevuto risposta se non un attacco immotivato dalla parte vecchia e retriva del partito del premier Renzi al quale rimandiamo le nostre conclusioni: blocchi o suoi uomini e sospenda le primarie a pagamento che i calabresi non possono pagare sulla loro pelle. È vergognoso che si convochino gli elettori calabresi, tutti, per scegliere candidati di parte. È il ritorno vero e proprio del finanziamento pubblico ai partiti". (ab)