«È stata avviata, nel tardo pomeriggio di ieri, la procedura per il rinvio delle elezioni regionali. Nel pieno rispetto dei ruoli istituzionali, attendo di poter condividere la nuova data con il presidente della Corte d’appello di Catanzaro, passaggio necessario per poter adottare il nuovo decreto di indizione delle elezioni regionali».
Il presidente facente funzioni della Regione Calabria, Nino Spirlì, veste i panni istituzionali, cambia i toni, e comunica ufficialmente l’avvio dell’iter per posticipare il ritorno alle urne, che lui stesso aveva fissato il 14 febbraio.

«Questa decisione – spiega in una nota – segue la comunicazione ricevuta dai ministeri competenti circa il recente parere del Cts nazionale, oltre che i dati inseriti nell’ultimo monitoraggio dell’Iss, secondo cui la Calabria ha un Rt che supera la soglia di allarme (1,09) e che è compatibile con uno scenario di tipo 2. È dunque necessario non esporre i calabresi a un grave rischio sanitario. Perciò, dopo aver sentito il parere dei rappresentanti politici regionali e nazionali, e pur restando all’interno della forbice temporale già indicata dal Governo, ho ritenuto doveroso scegliere un’altra data rispetto a quella del 14 febbraio, che era stata indicata sulla scorta di previsioni sanitarie diverse rispetto a quelle attuali».

Parole senza dubbio più pacate rispetto a quel «codardi» che appena due giorni fa aveva lanciato all’indirizzo di Palazzo Chigi.

Infine, accenna alle polemiche scoppiate nella sua maggioranza di centrodestra, che gli rimprovera di aver cambiato idea.
«Quanto a presunte frizioni politiche legate a questa scelta – conclude Spirlì –, ribadisco che in campo c’è solo il buon senso che contraddistingue da sempre questa amministrazione».