Il presidente ff parla anche di Mussolini: «Condanna assoluta e totale delle leggi razziali ma bisogna riconoscere che il Duce è stato fautore di una rivoluzione sociale»
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«Non è per paura o per timore di non prendere voti. Ho deciso di non candidarmi poiché in questo momento siamo realmente al tavolo delle trattative con il Governo per la copertura del debito sanitario pregresso, che è una cosa abbastanza importante. Quindi vorrei esserci fino all'ultimo». Lo ha detto il presidente ff della Regione Calabria Nino Spirlì, intervistato da Klaus Davi per il programma KlausCondicio in onda su Youtube.
«Non ci sono poche cose di cui occuparsi»
Spirlì ha anche aggiunto: «E poi le trattative sul Pnrr con il porto di Gioia Tauro e con tutto il retroporto da organizzare. Non ci sono poche cose di cui occuparsi. La deprivatizzazione delle acque calabre, anche questa è un'altra una cosa che abbiamo portato avanti quindi c'è tanto da lavorare. Io penso che ognuno si deve impegnare per la preparazione del futuro, perché se abbandoniamo per andar a cercare voti io credo ognuno debba mettersi a lavorare nel modo migliore e i calabresi apprezzeranno questa presenza in cava, direi, fino all'ultimo momento».
Spirlì su Mussolini
Il presidente leghista ha anche fatto alcune considerazioni sull'operato di Benito Mussolini: «Condanna assoluta e totale delle leggi razziali e delle guerre coloniali, della seconda Guerra Mondiale e di Salò ma bisogna riconoscere che il Duce è stato soprattutto all'inizio fautore di una rivoluzione sociale. Per la sua parte socialista mi piace dire che andrebbe riletto e nella rilettura dare una valutazione positiva a quello che la merita, poi c'è altro che non la merita. Una rilettura oggi si può fare».
«Ha creato le case popolari, le pensioni, l'assistenza all'infanzia, l'assistenza alle donne, le bonifiche, l'industrializzazione, la grande industria della cinematografia con la costruzione di Cinecittà. Insomma tante e tante cose sono state fatte in quegli anni e io non posso dimenticarlo. Perché sarebbe come dire che dalla Prima Repubblica dobbiamo cancellare tutto perché ci sono state anche le stragi», ha concluso.