VIDEO | Il vice responsabile nazionale del Partito democratico per il Mezzogiorno concentra l'attenzione sulla sfida tra Bruni e Occhiuto. Su Oliverio: «Siamo l’unica alternativa possibile alla destra»
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La storica sede del Partito Democratico in via Panella a Crotone è chiusa da tempo perché inagibile, la targa dei Giovani Democratici ha i colori sbiaditi dal sole, quella dedicata alla vittima di ‘ndrangheta Lea Garofalo, affissa nel 2016, è stata sostituita oggi, alla presenza di Eugenio Marino, vice responsabile nazionale per l’organizzazione del Pd al Sud e nelle Isole. «Abbiamo deciso di farlo in questi giorni, qui, davanti alla sede del Pd per dire che il partito deve riaprire le sue porte e ricominciare dalle sue sedi a seguire l’aderenza a ciò che dice e ciò che fa nel territorio» ha detto il componente della direzione nazionale del partito, dopo averla scoperta.
Argine al trasformismo
Per Marino, «uno dei primi comportamenti da assumere contro la ‘ndrangheta è l’argine al trasformismo, un fenomeno che comporta cambiamenti al di fuori delle discussioni politiche, cambiamenti che spesso avvengono all’interno delle istituzioni, senza passaggi e processi di maturazione. In quel terreno fertile, trova spazio l’infiltrazione mafiosa, quindi il Pd deve essere prima di tutto un argine al trasformismo per fermare la criminalità organizzata e i nostri atti pubblici – in Parlamento, Regione e Comune – devono essere perfettamente aderenti ai nostri appelli, a queste targhe e a questi esempi, come Lea Garofalo o Don Puglisi».
E a proposito di ‘ndrangheta e politica, proprio ieri è arrivata la condanna del senatore di Forza Italia, Marco Siclari, che secondo l’accusa sarebbe stato appoggiato dalla cosca Alvaro di Reggio Calabria alle Politiche del 2018: «Io sono rispettoso, come il mio partito, della Costituzione e un uomo è colpevole solo dopo il terzo grado di giudizio, chiunque esso sia, del centrodestra o del centrosinistra» ha detto.
«Chi vince le elezioni lo decideranno i calabresi»
Intanto, tra pochi giorni si vota. Nel centrodestra - dalla Lega a Coraggio Italia – c’è la convinzione che a vincere le elezioni regionali sarà la coalizione a sostegno di Roberto Occhiuto: «A deciderlo saranno gli elettori, aspetto di sentirlo da loro chi vince e chi perde, non dai dirigenti di partito del centrodestra. Sono fiducioso – aggiunge - che i calabresi sappiano distinguere tra chi a Milano spiega che viene prima il Nord e quando viene in Calabria dice che viene prima la Calabria. Evidentemente è una presa in giro e fatico a pensare che prenda in giro i milanesi».
Marino rimanda a dopo l’appuntamento elettorale, invece, le considerazioni sull’operato del commissario regionale del Pd, Stefano Graziano: «Queste sono cose che discutiamo all’interno degli organismi dirigenti, faremo una valutazione dopo le elezioni, anche vedendo i risultati delle elezioni».
«La partita è tra centrodestra e centrosinistra»
Nonostante le spaccature sui territori, tiene però a ribadire che «il Pd è unito come lo è il centrosinistra» intorno alla candidata alla presidenza Amalia Bruni e sulla scelta di correre da solo di Mario Oliverio – sempre piuttosto critico verso il commissario regionale del partito -, aggiunge: «Per motivazioni che poi discuteremo negli organismi dirigenti, ha deciso di andare per conto suo, ma è Oliverio non è il centrosinistra. Io rispetto il suo percorso personale, ma il centrosinistra è unito ed è l’unica alternativa possibile alla destra e non lo dico per sminuire Oliverio o altri. In un sistema elettorale come quello che c’è, l’alternativa è il centrodestra o il centrosinistra, gli altri possono essere parte più vicina a una coalizione o all’altra ma chi gioca veramente la partita sono questi due schieramenti, con rispetto di tutti gli altri candidati, ovviamente».