Appena ieri proclamata Jole Santelli, mentre per i consiglieri ancora non c'è ufficialità. Nel frattempo nell'altra Regione che ha votato lo scorso 26 gennaio Bonaccini ha già presentato i suoi dieci assessori ed è stata fissata la prima riunione dell'Assemblea rinnovata per l'elezione del nuovo Ufficio di presidenza
Tutti gli articoli di Politica
PHOTO
I calabresi si agitano, si tormentano, spesso emigrano. Sempre alla ricerca di quel senso di normalità, di pari opportunità con il resto dell’Italia. Vorrebbero avere servizi all’altezza, una sanità in grado di curare e non solo di produrre scandali e debiti, posti di lavoro, Università e scuole all’altezza. L’elenco sarebbe lungo, pari almeno ai fallimenti dei governi regionali che si sono avvicendati fin dall’istituzione della Regione.
Centrodestra e centrosinistra dopo aver fallito sono stati bocciati dall’elettorato che ha provato a cambiare dando fiducia al nuovo, o presunto tale. È successo con Loiero dopo Nisticò, con Scopelliti dopo Loiero, con Oliverio dopo Scopelliti e con Jole Santelli dopo Oliverio, solamente per restare agli ultimi 20 anni.
L'Emilia Romagna pronta a governare
Eppure non è mai cambiato nulla. Sarà questa la volta buona? Vedremo nei prossimi mesi cosa succederà. Per il momento qualcuno guarda all’Emilia Romagna e pensa che sarà davvero difficile risalire la china.
Le due Regioni, Emilia molto più grande e densamente popolata e Calabria con un corpo elettorale più limitato e meno consiglieri da eleggere, hanno votato lo stesso giorno il 26 gennaio. In Calabria si è dovuto aspettare il 15 febbraio per la proclamazione della presidente Santelli, mentre ancora sono da ufficializzare i dati elettorali e proclamare i consiglieri. Soltanto in 3 Nicola Irto, Domenico Creazzo e Giuseppe Neri sono stati proclamati a Reggio per una inedita ufficializzazione a singhiozzo. Problemi nel riconteggio dei voti? Ricorsi? Sulla stampa si legge di tutto mentre si attendono ancora i dati ufficiali.
Nel frattempo in Emilia la proclamazione è avvenuta già da qualche giorno, la prima seduta di Consiglio regionale è stata già convocata per il 28 febbraio con all’ordine del giorno l’elezione del nuovo presidente, mentre da 4 giorni il nuovo governatore Stefano Bonaccini ha annunciato la sua giunta composta da dieci assessori, di cui quattro saranno donne.
I calabresi ascoltano e fanno finta di niente. Sperano nella giunta di “qualità” promessa dalla Santelli, sperano in nuovo corso della politica e del governo regionale. Ma sotto voce si chiedono: ma una volta in cui saremo noi i primi? O almeno secondi? O almeno non ultimi per distacco?