Le elezioni regionali del 3 e 4 ottobre continuano a dividere il variegato mondo della sinistra. Almeno in Calabria. Chi sta con chi, sta diventando un rebus di difficile soluzione, soprattutto se si guarda agli sviluppi degli ultimi giorni e alle vicende che hanno interessato partiti come Italia Viva, e anche Articolo 1.

Per quanto riguarda il partito di Matteo Renzi, è evidente che la questione alquanto ambigua del posizionamento per così dire indiretto alle elezioni calabresi, non sia risolta. Basti leggere le dichiarazioni, che sanno di botta e risposta, tra la senatrice Silvia Vono e il sindaco di Diamante e parlamentare Ernesto Magorno. Ma anche in Articolo 1 non scherzano. Nel giro di poche ore si è consumato un altro “scontro” politico, tutto interno al partito coordinato dal ministro Roberto Speranza e che conta al suo interno la presenza del catanzarese Nico Stumpo, che di Articolo 1 ne è il tesoriere. Formalmente Articolo 1 sta nel campo di centrosinistra marcato dalla candidatura di Amalia Bruni, ma qualche giorno fa il gruppo dirigente dell’area Centro Calabria (Pino Greco, Antonella Rizzo, Franco Parise, Luciana Durante, Roberta Nicoletta, Ivan Marra e Carmelo Salviati) ha avanzato i propri distinguo, che nell’attuale fase elettorale calabrese rivestono un chiaro significato politico.

D’altra parte, fuori dal centrosinistra tradizionale si è tirato fuori Mario Oliverio, “costretto” alla candidatura in solitaria dopo aver tentato invano di riunire il campo progressista e riformista calabrese. E proprio sul politico di San Giovanni in Fiore puntano i dirigenti dell’area centrale di Articolo 1: «Le elezioni sono il momento più alto per un Paese democratico e – hanno scritto in una nota - dovrebbero rappresentare anche il momento più appassionante, coinvolgente ed entusiasmante per tutte le donne e gli uomini che si preparano a dare un Governo al proprio territorio, per questo abbiamo discusso con grande rigore, serietà e senso di responsabilità. Sono mesi, purtroppo, che le decisioni vengono prese da gruppi ristretti fuori dalla Calabria e imposte ai calabresi confermando la visione di una Regione considerata ‘periferia dell’impero’. Democrazia sospesa, nessun confronto, nessuna informativa, solo calcoli su un pallottoliere che non comprende gli interessi della nostra comunità».

Da qui, la scelta, e quindi l’annuncio, di appoggiare la lista “Mario Oliverio Presidente” sostenendo, in linea con l’Oliverio pensiero, che «questa campagna elettorale per noi rappresenta una battaglia per la democrazia, per la liberazione dai lacci e lacciuoli dei Commissariamenti e l’avvio di un progetto politico che, con determinazione e orgoglio di appartenenza, veda il popolo di sinistra, democratico e progressista protagonista e artefice del proprio destino».

L’alt del coordinamento regionale

Una posizione solitaria nello scacchiere calabrese, a cui il coordinamento regionale ha subito voluto stoppare. A stretto giro di posta, infatti, il gruppo dirigente calabrese di Art. 1 ha ribadito di fare parte della coalizione di centrosinistra che in Calabria sostiene la candidatura di Amalia Bruni alla presidenza della giunta regionale. «Riteniamo – è scritto in una nota stringata - che l’unico campo di appartenenza del nostro schieramento sia il centrosinistra, tanto in vista delle prossime elezioni regionali ed amministrative, tanto in prospettiva per quelle che verranno. Con Amalia Bruni e con tutta la coalizione del centrosinistra c’è tutto il nostro impegno e tutta la nostra collaborazione per vincere le imminenti elezioni regionali in Calabria».