Ore convulse nel centrosinistra calabrese dopo l’iniziativa del sottosegretario per il Sud Dalila Nesci che ha invocato le primarie per la scelta del candidato governatore avanzando anche la propria candidatura. Una proposta che ha creato tensioni interne al Movimento ed è stata subito respinta da Luigi de Magistris e del Polo civico. Il candidato del Pd Nicola Irto che nelle prossime ore incontrerà il segretario nazionale Enrico Letta invece sostiene con forza l’ipotesi primarie.

«Intanto è una proposta che il Pd ha fatto a livello nazionale già qualche mese fa attraverso il segretario Enrico Letta. In Calabria le avevamo proposte a più riprese. Del resto le abbiamo inventate noi, il Pd è il partito delle primarie. Adesso c’è un fatto nuovo: una parte dei Cinque Stelle, una parlamentare, unica esponente calabrese del governo Draghi propone le primarie. Un fatto sicuramente positivo».

Luigi de Magistris però ha già rimandato al mittente l’appello di partecipare alle primarie. Come valuta questa posizione?

«Mi sembra la posizione di chi non è interessato a battere la destra, ma pensa più a una posizione personale. Le primarie sono storicamente uno strumento di partecipazione e un modo per ragionare sul futuro e per confrontarsi su programmi e idee. Chi non vuole prendervi parte lo fa per difendere posizioni personali o per paura di confrontarsi. La Calabria invece oggi ha bisogno di coraggio»

Senza la partecipazione di de Magistris le primarie continuano ad avere senso?

«Le primarie hanno senso sempre quando c’è una coalizione che vuole allargarsi. Le primarie non sono per qualcuno, ma sono per la Calabria. Sono sui programmi e sul modo in cui vogliamo governare la Regione ed essere alternativi al centrodestra. Le primarie non sono sulle persone, ma sulle idee per governare e più saranno partecipate più diventeranno una festa della democrazia e della partecipazione pubblica».

Ci sono già altri possibili candidati?

«Vedremo nei prossimi giorni quando si istituirà il tavolo del centrosinistra per stabilire tempi e regole»

E i tempi per svolgerle ci sono?

«Credo che saranno i tempi dettati dalle primarie stabilite per Bologna e Roma, in linea insomma con le indicazioni nazionali»

Oltre al no di Luigi de Magistris va valutata la posizione dei Cinque Stelle in quanto la candidatura Nesci non si capisce quanto sia condivisa dall’intero Movimento. Dovessero saltare le primarie?

«Le primarie sono uno strumento messo a disposizione da Enrico Letta per tutti gli appuntamenti elettorali. Pare siano accolte anche dai Cinque Stelle, ma lo vedremo nei prossimi giorni. Se non si dovessero fare le primarie si dovrà riaprire la discussione politica della coalizione che non dovrà però avvitarsi in vecchie liturgie, algoritmi o recinti. Qualunque discussione deve passare dall’idea di Calabria che si ha senza i tatticismi messi in atto fino ad ora. Occorre discutere dei problemi della Regione e immaginare la ripartenza dopo il Covid»

I Cinque stelle si confronteranno a Roma dopo la proposta Nesci. Lei incontrerà presto Letta. La palla passa al nazionale?

«Non è che ci sia un tavolo regionale e uno nazionale. Io ho un confronto continuo con Enrico Letta e lo vedrò nelle prossime ore ed è chiaro che la Calabria deve diventare una battaglia nazionale. L’impegno del partito nazionale serve soprattutto sul governo per chiedere provvedimenti di rilancio per la Calabria. Il tavolo nazionale di confronto serve se porta a una discussione che porti all’attenzione del governo nazionale i principali problemi della nostra Regione a partire dalla sanità».

Teme che si possa ripetere quanto avvenuto alle ultime elezioni regionali con la lacerazione dello schieramento che ha favorito il centrodestra?

«Pensare che i calabresi siano con gli occhi coperti e che le elezioni siano già fatte senza considerare la loro opinione è un clamoroso errore. C’è un quadro politico in grande movimento e i fatti parlano di un’azione di governo del centrodestra completamente inadeguata. Assistiamo ogni giorno a continue nomine negli enti pubblici della Regione ad esponenti di primo piano dei partiti di centrodestra, a partire dalla Lega. Non stanno pensando agli interessi della Calabria e i calabresi se ne sono accorti. Parlando ai cittadini del modo in cui vogliamo cambiare la Regione potremo sicuramente convincerli a scegliere il nostro programma».

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