Marilina Intrieri ex parlamentare pd risponde a Pietro Secreti ex sindaco di Cotronei: «Parlo a nome di una storia personale di amministratrice locale e parlamentare degna e specchiata, di Secreti conosco i suoi incidenti di percorso di amministratore locale», riferisce in una nota stampa. «Pietro Secreti – aggiunge - indispettito dal mio dissenso sulla ricandidatura di Oliverio alla regione in quanto indagato - in piena sintonia con le decisioni del partito nazionale - mi chiede a nome di chi io parli evocando chissà quali intrighi. Parlo a nome della mia esperienza politica sempre al servizio degli altri e dei bisogni popolari, parlo a nome dei tantissimi elettori ed estimatori  che mi hanno sostenuta nelle tante competizioni elettorali». Una storia personale e familiare conosciuta da  moltissimi in Calabria che «con forza e qualche amarezza si è svolta in una terra molto difficile che ho rappresentato sin da giovanissima nelle istituzioni fino al Parlamento».

«Semmai – ribadisce - sono io che chiedo a Secreti del quale conosciamo la sua storia di Governo della cosa pubblica con qualche incidente di percorso da quale punto particolaristico parli. 

La sua militanza politica si è quasi sempre contraddistinta esclusivamente per il suo allineamento bulgaro al potente di turno e alla nomenclatura dominante  e lui, non essendo abituato a rispettare il dissenso, urla contro di me che ho inteso esercitare il semplice diritto di tutelare la dignità  del partito mettendo in fila i fatti nell’ambito di un  pluralismo di voci a cui lui, evidentemente,  non è stato educato».

 

Quindi l’affondo: «In questa brutta vicenda regionale  Oliverio sul quale  pendono procedimenti penali con richieste di rinvio a giudizio che saranno discusse in udienze nel prossimo mese di dicembre a dispetto di tutto e di tutti vuole a tutti i costi candidarsi. Nessuno può impedirmi di  battermi - tanto meno Secreti – conclude - perché il Pd in Calabria e a Crotone, sia un baluardo di trasparenza e certezze e non una torre di babele mal ridotta da dirigenti che non vogliono che si rispetti il codice etico del partito».