Il consigliere Giuseppe Giudiceandrea riferisce di una riunione a Roma che avrebbe spianato la strada a un accordo al fine di evitare la rottura definitiva tra il governatore e il suo partito
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«Oliverio ha incassato un attestato di stima da parte di Zingaretti». Nella vorticosa giostra delle elezioni regionali Calabresi si gira e si gira per poi tornare al punto di partenza. All’ovile potrebbe tornare il governatore uscente Mario Oliverio, almeno secondo quanto afferma il consigliere regionale Giuseppe Giudiceandrea, che riferisce di un «incontro segreto a Roma» tra il presidente della Calabria e il segretario nazionale del Pd, e rivendica la sua attività di mediazione per la ricomposizione della frattura che sembra insanabile.
«Mercoledì scorso - racconta - siamo riusciti, anche grazie ai buoni uffici di Marco Furfaro e di Nicola Oddati, oltre che alla disponibilità silente del commissario Graziano, a far incontrare in “gran segreto” Zingaretti ed Oliverio. Credo che il Presidente Oliverio abbia incassato ancora una volta, come giusto che sia, un attestato ufficiale di stima da parte di Zingaretti e credo che si stia lavorando ancora alacremente da parte di Oliverio, oggi, per trovare una quadra agli accordi. Certo la sua intervista di ieri non lascia spazio a dubbi: il Presidente nonostante l’enorme lavoro profuso per cambiare direzione al destino della nostra regione, oggi si trova difronte a una gran parte del proprio partito che non vuole più scommettere su di lui. Egli stesso ammette di non aver mai detto: “Oliverio o la morte"... Ecco: affiniamo i punti, recepiamo gli inviti alla non divisione, capiamo i limiti cui tutti, Oliverio per primo, possiamo e dobbiamo spingerci e corriamo insieme. L’incontro c’è stato a Roma ed io ne conosco contenuti e temi».
Che il vento stesse cambiando si percepiva. La scelta di Pippo Callipo come candidato del Pd e l’imminente visita di Zingaretti, che venerdì sarà in Calabria per incontrare pubblicamente l’imprenditore vibonese, non lasciano più margini di manovra ad Oliverio, che è a un passo dall’essere espulso dal partito direttamente dal suo segretario. Una circostanza che determinerebbe un fuggi fuggi generale da parte di molti dei suoi sostenitori che non hanno nessuna intenzione di ritrovarsi senza casa politica. Giudiceandrea è uno di questi. Ecco perché definisce la scelta di Callipo presidente «ottima». «La sua candidatura – prosegue - finalmente incarna l’operosità dei calabresi, che scavalca l’iconografia che si disegna su di noi fuori dalla nostra regione. Il tutto nel segno dell’unità possibile ed anche della vittoria del campo largo del centrosinistra». Il consigliere regionale del Pd (anzi, del Dp, visto che è capogruppo dei Democratici e progressisti, ma se non è zuppa è pan bagnato) archivia come incoerenti le accuse di chi addita Callipo come vicino al centrodestra: «La facile critica a chi ha voluto e vuole bene come e più che ad un figlio, ad un autorevole e giovane parlamentare esponente del centrodestra calabrese (Mangialavori, ndr), sottolineata da chi ad Amantea, Rende, Corigliano-Rossano, Casali del Manco, Montalto ha dato il proprio personale sostegno a liste o candidati con connotazioni storiche di centrodestra la trovo disgustosa. Sono stati mescolati rapporti personali a rapporti politici. Callipo, per il suo percorso politico, ha scelto la strada del centrosinistra e questo è chiaro a tutti. Chi lancia queste accuse dovrebbe essere coerente e guardare alla trave che si ha nel proprio occhio prima di guardare alla pagliuzza di Callipo».