«Mi appello ad Aiello e a Tansi: oggi è il momento di unirsi contro il sovranismo di Salvini. Uniti forse possiamo vincere». Arriva da Stefano Graziano la richiesta all’unità delle forze politiche in campo alle elezioni regionali contro il centrodestra rappresentato da Jole Santelli, «dietro la quale in realtà c’è Salvini», come ribadito dal commissario regionale del Partito democratico nel corso dell’ultima puntata di Pubblica Piazza.

Intervistato da Pasquale Motta, l’esponente dem si è lasciato andare a considerazioni in particolare sul proprio candidato senza risparmiare qualche stoccata ai diretti avversari: «Da un lato c’è Callipo, dall’altro non c’è la Santelli ma Salvini. La domanda è: volete essere governati da un lombardo o da un calabrese? Salvini gioca sulla paura e sull’odio, gratta la pacia dell’elettore e ottiene così consensi. È il migliore a descrivere i problemi ma il peggiore a risolverli. In Calabria non c’è bisogno dei suoi cavalli di battaglia, sicurezza e immigrazione, ma di sviluppo e occupazione».

Proprio in quest’ottica Graziano si è espresso sui punti chiave del programma elettorale del centrosinistra ricordando come «la vera rivoluzione di Callipo è fare in modo che i giovani restino in Calabria. Penso a un piano per l’occupazione soprattutto negli enti locali: 10mila posti di lavoro da distribuire con un unico concorso in tutta la Calabria. E sul turismo è ipotizzabile un piano Marshall, così come sull’agricoltura servono interventi massicci. Sulla sanità penso che il commissario debba essere il presidente della Regione perché conosce il territorio, sa cosa significa aprire o chiudere un ospedale. Qui siamo all’anno zero, il commissariamento non ha funzionato».

Sul tema della legalità il dirigente ha poi ricordato che «il Pd ha detto con chiarezza di essere vicino a Gratteri ringraziandolo per quanto fatto. Abbiamo la necessità di liberare la Calabria dalla ‘ndrangheta e la scelta di Callipo è proprio in quest’ottica: è un imprenditore che apre alla società civile, che ha dimostrato di portare la Calabria nel mondo e si è schierato contro la ‘ndrangheta a viso aperto. In più da imprenditore divide parte dei suoi introiti con i dipendenti, il che significa che è molto attento al sociale. Quindi dal punto di vista della legalità e della trasparenza noi ci siamo».

In chiusura una battuta riservata all’arrivo di Zingaretti in Calabria: «Chiude la campagna non in Emilia ma in Calabria per dare il segno delle aspettative che abbiamo su questa terra. Serve uno scatto d’orgoglio dei calabresi».