VIDEO | Amalia Bruni, Roberto Occhiuto e Mario Oliverio a confronto nell’incontro voluto da Anaao Assomed a Lamezia: tutti d'accordo sulla necessità di restituire al più presto il comparto salute ai cittadini calabresi
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È la sanità, madre di tutte le battaglie in Calabria, ad animare il confronto dei candidati alla carica di presidente della Regione. Amalia Bruni, Roberto Occhiuto e Mario Oliverio non si sono risparmiati e in più di un’ora e mezza di dibattito hanno illustrato in sintesi la loro idea per sollevare le sorti del comparto salute calabrese, trovandosi d’accordo soltanto sulla necessità di mettere fine all’era del commissariamento, che ormai da dodici anni scandisce il lento declino della sanità.
Lo hanno fatto in un confronto aperto, a tratti anche spigoloso, che fa entrare nel vivo questa campagna elettorale fatta di molti incontri ma ancora pochi contenuti programmatici. Il confronto, organizzato dall’Anaao Assomed, l’associazione medici dirigenti, si è svolto nel pomeriggio di ieri a Lamezia.
I candidati, moderati dal giornalista Rai Riccardo Giacoia, e stimolati dalle riflessioni di Filippo Larussa e Carlo Palermo, rispettivamente segretario regionale e nazionale di Anaao-Assomed, hanno parlato oltre che di commissariamento, anche di medicina territoriale, di mobilità passiva, di risorse umane e della necessità di coinvolgere i privati accreditati nella rete delle urgenze, senza dimenticare di rifilare aspre critiche all’advisor contabile Kpmg e alla struttura burocratico amministrativa del comparto salute.
Amalia Bruni, forte dell’esperienza sul campo è convinta che per uscire dall’emergenza servono le risorse umane, medici infermieri e operatori sanitari, che negli ultimi anni complici pensionamenti e tagli lineari si sono ridotti per più di 4mila unità. La candidata del centrosinistra ha puntato l’indice sull’assenza di percorsi diagnostico terapeutici assistenziali sui territori che ingolfano gli ospedali. Per questo propone un patto ampio con palazzo Chigi e necessariamente con i ministeri della Salute e delle Finanze per ricostruire la medicina territoriale chiamando alle loro responsabilità i partiti di governo che devono metterci la faccia. Per lei è necessaria anche un’operazione culturale che metta un argine alla mobilità passiva e alla disaffezione dei calabresi verso la sanità di casa nostra complice anche una struttura amministrativa che va riorganizzata sulla base delle competenze di ogni singolo operatore.
Roberto Occhiuto dal canto suo ha sottolineato la necessità di forti investimenti sulla medicina territoriale, con incentivi per i medici di medicina generale, favorendo processi di aggregazione e ricordando che all’interno del Pnrr ci sono risorse per 7 miliardi da investire. Sbloccare il turn over e avviare concorsi per coprire il fabbisogno del personale è una necessità che va di pari passo con la certificazione del debito, che serve anche per poter usufruire della norma, già approvata, utile per ottenere da Cassa depositi e prestiti le risorse per abbattere il debito e pagarlo a tassi agevolati. Per questo rimarca che chiederà al Governo di inviare tecnici della Ragioneria dello Stato e della Guardia di Finanza per quantificarlo. Per lui è arrivato anche il momento di chiedere perequazioni in termini di riparto del fondo sanitario in base alla spesa pro capite avendo contezza che una quota deve essere destinata ad investimenti e personale.
Mario Oliverio, alla sua prima uscita ufficiale da candidato in questa campagna elettorale, ha messo in campo tutta la sua esperienza da politico consumato non rinunciando alla polemica e lanciando frecciate a destra e sinistra. Per lui, che sostanzialmente vuole riprendere la battaglia iniziata durante il suo mandato, il nodo da sciogliere è la gestione burocratica della sanità, che in primis deve vedere la fine di un commissariamento che ha assunto le sembianze di forze di polizia. Per l’ex presidente il commissariamento ha accresciuto la mobilità con un crescente saccheggio delle risorse che pure ci sono state. Oliverio, poi, si dice favorevole ad un settore privato che integri il pubblico, soprattutto quando viene alimentato dalle sue carenze.