LAMEZIA TERME - L’Udc è nella bufera. Il no alla fusione con il Nuovo Centrodestra espresso quasi all’unanimità dal comitato regionale che lunedì si è riunito all’agroalimentare cozza con quanto deciso nelle ultime ore dai vertici nazionali.

 

Il patto romano. Lorenzo Cesa che dello scudo crociato è il segretario generale ha infatti dettato la linea da seguire per le regionali in programma in Calabria ed in Emilia Romagna: ovunque l’Udc si presenterà con una lista unica insieme al Nuovo Centrodestra. E’ la sintesi dell’accordo stipulato nei palazzi romani con il suo omologo dell’Ncd Gaetano Quagliariello. Il problema è che quanto deciso a Roma è l’esatto contrario di quanto sostenuto da Gino Trematerra che non più di 48 ore fa aveva messo un primo punto lungo la tortuosa strada che porta alle elezioni: liste autonome con il simbolo del partito. Restava da decidere da quale parte andare, se a destra o a sinistra, e quale candidato alla presidenza della Regione sostenere, Wanda Ferro o Mario Oliverio.

 

Complicazioni. Il rebus ora si complica ulteriormente e non è affatto esclusa una scissione all’interno dello scudocrociato.  Per l’Udc calabrese l’alleanza con l’Ncd imposta dall’alto rappresenta un boccone amarissimo che ha già provocato parecchi mal di pancia. Il rischio lacerazione è quanto mai possibile. La maggioranza del partito è infatti favorevole ad una svolta a sinistra, ma l’apertura di Oliverio riguarderebbe solo l’Udc e non il Nuovo Centrodestra. In estrema sintesi: vada per Trematerra e i suoi amici e ma assolutamente non per i Gentile e i suoi seguaci.