Da Crotone la candidata del centrosinistra risponde alla leader calabrese delle Sardine: «Si fossilizza solo sulla metodologia con cui è stato identificato il candidato»
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«Conosco poco Jasmine Cristallo. Non ritrovo nelle sue parole alcunché di verità, ritrovo solamente critiche che non fanno bene a questa collettività, verso un partito e dei partiti – che sono partiti di governo – che stanno tentando di aiutare, invece, una crescita di questa collettività. Se lei si fossilizza sulla metodologia con cui è stato identificato il candidato, che sarei io, e non si guarda intorno, ai bisogni di una terra che è distrutta, in macerie totali e che ha necessità dell’aiuto di tutti – e mi pare che lei non stia dando questo grande contributo – io allora resto molto perplessa. Non posso valutare i suoi commenti come positivi che mi aiutino nella crescita per la Calabria».
Così la candidata alla presidenza della Regione Calabria, Amalia Bruni, ieri sera a Crotone, commentando - a margine di alcuni appuntamenti elettorali prima con il Pd e poi col Movimento 5 Stelle - le recenti critiche che la leader calabrese del movimento delle Sardine, Jasmine Cristallo, ha rivolto ancora una volta a lei e al centrosinistra.
Il lavoro di squadra
«Io non ho nessun interesse e – precisa la scienziata - non avevo nessun bisogno di entrare in politica, perché sono una professionista con una propria storia personale, che ha messo a disposizione di questa terra se stessa, ma esattamente con uno spirito di servizio. In questa campagna elettorale, l’unica cosa che sto perdendo sono i chili e le ore di sonno, ma sto guadagnando una grande ricchezza che mi arriva dai territori e dalle persone. Io sono convinta che le metodologie e le idee disfattiste non portano da nessuna parte. Io di mio sono sempre molto positiva, ho lavorato sempre con squadre di persone, credo nel valore della squadra e la coalizione per me lo sta diventando, anche nella variabilità di idee e pensieri e nella non semplicità di condurre tante menti diverse insieme intorno a un obiettivo. E questa è una bellissima cosa per me, perché è questo che farà risorgere questa nostra terra».
Le dietrologie
E a chi l’accusa di essere appoggiata proprio da quelle forze politiche che hanno contribuito allo sfacelo in cui si trova la Regione risponde: «Penso che questa metodologia di pensiero non ci porta da nessuna parte. Se sono stati fatti errori, sono stati fatti prima che io arrivassi, non me ne sento chiaramente responsabile. Ma soprattutto, queste dietrologie non mi devono impedire di andare avanti per la costruzione di una terra migliore. Se le persone continuano a fare dietrologie, l’unica cosa che io posso dare è un po’ di farmaci specifici per annullarle».
Le colpe della politica
Bruni è però anche consapevole che negli anni la politica, in Calabria, «ha perso il suo ruolo che era quello del servizio alla collettività, ai cittadini, e si è organizzata più su se stessa, sui propri bisogni personali, sulle lotte intestine. Questo ha generato un ulteriore disaffezione nella collettività e quando la collettività non assume più il suo ruolo – che è il controllo del territorio, inteso non solo come ambiente ma anche di uomini – e il singolo cittadino si ripiega su se stesso, ci sono effetti nefasti per la stessa collettività: trasferisce al malaffare e ai collusi la possibilità di andare avanti e questo ha dato la stura a tutte queste negatività che noi oggi abbiamo. È mancata la voglia dei cittadini di contribuire alla cosa pubblica ed è proprio quello che io voglio riaccendere, l’interesse ai nostri bisogni perché questa è la terra dei bisogni e dei diritti negati».
La candidata del censtrosinistra fa appello ai calabresi affinché l’affianchino in questa grande opera di ricostruzione di normalità in Calabria che renderà questa terra «non normale ma speciale, agli occhi degli italiani e degli europei perché abbiamo bisogno di ricostruirci una immagine e una dignità all’interno di una Italia e di una Europa che non ci conoscono se non per aspetti negativi».