Forse ci vorrà ancora qualche giorno prima dell’annuncio ufficiale del nome del candidato governatore in Calabria. Dopo le parole di Matteo Salvini sui “tanti bravi sindaci di Fi in Calabria” tra i quali scegliere evitando però Mario Occhiuto, la partita sembrava chiusa su Sergio Abramo. Il primo cittadino di Catanzaro, sul quale c’è il consenso dia di Carroccio che di Fdi, continua ad essere il favorito, ma il pressing di Jole Santelli e di Roberto Occhiuto tra Roma e Arcore sul Cavaliere è diventato asfissiante nelle ultime giornate.

Tanto che Silvio Berlusconi è tornato ad esternare sulla Calabria dando la sensazione di voler prendere ancora un po’ di tempo. «Per la Calabria - ha detto il leader azzurro - dobbiamo incontrarci con Salvini e la signora Meloni, per definire anche qui il candidato, che però deve essere un candidato presentato da noi».

Oggi in Emilia Romagna per la presentazione di Lucia Borgonzoni dovrebbe esserci solo Salvini in piazza e, dunque, potrebbe esserci ancora qualche giornata di passione, prima di arrivare alla soluzione.

Nel frattempo la coordinatrice regionale di Fi Jole Santelli, insieme al vicepresidente dei deputati Fi Roberto Occhiuto, ha incontrato prima ad Arcore Berlusconi per sostenere la candidatura del sindaco di Cosenza. Incontro che si è ripetuto ieri a Roma, dove Berlusconi è stato presente per prendere parte a una conferenza stampa sulla manovra finanziaria.

Tutte le leve possibili sono state azionate dai leader calabresi per arrivare alla candidatura di Mario Occhiuto o, in alternativa, del fratello Roberto.

Berlusconi, che è in difficoltà anche in Campania con la candidatura di Stefano Caldoro, ci sta pensando.

Tra i big forzisti, però, comincia a cambiare qualcosa. Se Vittorio Sgarbi continua a spendersi per Occhiuto, Niccolò Ghedini è da tempo assolutamente contrario, mentre progressivamente si stanno allontanando dall’area calabrese sia Mariastella Gelmini che Anna Maria Bernini.

Antonio Tajani prova a mantenersi neutrale nello scontro, ma è chiaro che Forza Italia è diventato un partito allo sbando, pronto ad esplodere. Con la scissione degli uomini di Mara Carfagna che potrebbe arrivare da un momento all’altro, dopo lo scontro totale tra la vicepresidente della Camera e il Cavaliere e le tensioni in Campania.

 

Riccardo Tripepi