VIDEO | Atteso appuntamento, oggi pomeriggio, in riva allo Stretto, dove rimbomba ancora il fragore dell’operazione della Dda reggina che ha indagato il sindaco Falcomatà e il capogruppo dem Sera
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Non nasce sotto i migliori auspici a Reggio Calabria il Consiglio comunale aperto sulla questione Ponte sullo Stretto. La massima assise cittadina è stata convocata per questo pomeriggio per discutere della mega opera in conseguenza di almeno due richieste di confronto avanzate dai banchi delle opposizioni che presenteranno due diverse mozioni da sottoporre al voto del Consiglio.
L’appuntamento, molto atteso, arriva anche il giorno dopo che Il Consiglio dell'Unione europea ha confermato l'intesa raggiunta con gli Stati membri a dicembre, che prevede l'inclusione di un "collegamento fisso o un ponte" per collegare Villa San Giovanni a Messina, che potrebbe dunque accedere in futuro ai finanziamenti europei.
Ma la discussione sull’opera rischia di passare in secondo piano per via dell’inchiesta Ducale esplosa a distanza di qualche ora dal voto per le europee e che vede indagati per i reati di scambio elettorale politico mafioso oltre che il consigliere regionale di Fratelli d’Italia Giuseppe Neri, attualmente capogruppo dei meloniani a Palazzo Campanella, anche il capogruppo dem a palazzo San Giorgio Peppe Sera e il sindaco Giuseppe Falcomatà, per i quali il gip non ha comunque previsto alcuna misura cautelare. Oltretutto, a distanza di ventiquattr’ore, la Commissione parlamentare antimafia ha richiesto gli atti dell’inchiesta per valutare eventuali altri approfondimenti.
L’operazione | ‘Ndrangheta e politica a Reggio: tra gli indagati anche il sindaco Falcomatà e il consigliere regionale Neri (Fdi)
La Circostanza ha risvegliato le forze di opposizione che, una per una, si stanno defilando, negando la loro partecipazione al Consiglio comunale. Sarà così per il gruppo di Forza Italia, guidato da Federico Milia, secondo cui «è privo di senso parlare di Ponte in un momento così delicato per la nostra realtà». E così farà anche la Lega che con l’ex candidato sindaco Antonino Minicuci ha già inviato una lettera al Prefetto di Reggio Calabria Clara Vaccaro per chiedere di avviare le procedure per l’istituzione di una commissione d’accesso. Una richiesta a cui è seguita la comunicazione ufficiale della diserzione della seduta del Consiglio dedicata al ponte: «riteniamo fondamentale che il Sindaco – scrivono i leghisti reggini - prima di trattare in Consiglio Comunale qualsivoglia altro argomento debba innanzitutto relazionare alla Città ed ai cittadini in merito ai gravi addebiti contestatigli in questa fase dalla Procura».
Naturalmente in entrambi i casi per una «questione di buon senso» si chiedono le dimissioni di Falcomatà. Come ha fatto ieri anche Massimo Ripepi, consigliere comunale e coordinatore regionale di Alternativa popolare. Anche Per il consigliere, che prenderà parte all’assise comunale in quanto promotore di una delle due mozioni in discussione, l’unica via d’uscita per evitare di indebolire ancor di più la città sono le dimissioni del sindaco al quale nelle ultime ore è giunta la solidarietà dei gruppi di maggioranza del Comune e della Città metropolitana.
Così come quella della Federazione Metropolitana del Partito democratico che in una nota stringata ritiene che tanto Falcomatà che Sera, «dimostreranno la loro totale estraneità ai fatti contestati nelle competenti sedi. Il partito democratico – continua la nota - ha sempre rispettato e rispetta l’operato della magistratura, impegnata in prima linea a reprimere ogni forma di illegalità. Il Pd ha piena fiducia nella magistratura reggina e nella sua azione tesa a sconfiggere il cancro della ‘ndrangheta che attanaglia la nostra terra e ne impedisce lo sviluppo».
Un atteggiamento diverso rispetto al “caso brogli” – di cui l’inchiesta “Ducale” sembra un’appendice - che coinvolse l’allora capogruppo Antonino Castorina per i quali i dem pretesero le dimissioni.