Il numero uno di Azione traccia la strada per le alleanze future: «Rinnovato impegno di Draghi o Polo indipendente», e annuncia che per le amministrative di Catanzaro ci sarà un candidato autonomo. Spazio anche al ponte sullo Stretto e sulla crisi energetica in atto invoca un ritorno al carbone (ASCOLTA L'AUDIO)
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«Il nostro obiettivo è spiegare e cercare di spiegare ai cittadini che il vero tema è la capacità amministrativa gestionale. Tutto il resto, fascisti comunisti destra sinistra, sono tutte cose che non contano niente se poi non si riesce a far accadere le cose. Io vengo dal mondo delle aziende, ho fatto il ministro e so benissimo che se si sta col sedere sulla sedia dodici ore al giorno le cose si fanno accadere. Se si passa l'esistenza a parlare di roba ideologica, a mettersi le magliette di Putin, a fare manifestazione non si va da nessuna parte».
Carlo Calenda non è uno che le manda a dire. Il tour che lo ha portato in Sicilia e in Calabria (oggi a Reggio, domani pomeriggio a Catanzaro) serve a fare proseliti e a chiarire la rotta sulla quale la sua creatura, Azione, vuole proseguire nel segno di quel 20% racimolato a Roma alle ultime elezioni comunali, che lo hanno comunque visto perdente. Gli ammiccamenti al Pd e al grande centro però sembrano superati o comunque pieni di ostacoli e paletti. Calenda lo ha detto ai suoi riuniti in un incontro pubblico in un noto hotel del centro, alla presenza del segretario regionale Fabio Scionti, del sindaco metropolitano facente funzioni, Carmelo Versace, e tra gli altri anche del segretario regionale del Pd, Nicola Irto che, domani saprà anche le intenzioni di Azione rispetto alle amministrative di Catanzaro dove Francesco Boccia appena ieri aveva aperto il cantiere del campo largo progressista caro a Enrico Letta, affidandolo a Nicola Fiorita, già in campo, che ha accettato la sfida. Di certo però, Calenda si fa desiderare. A denti stretti annuncia che proprio per Catanzaro domani potrebbe essere svelato il candidato a sindaco di Azione.
Alleanze: «Rinnovato impegno di Draghi o Polo indipendente»
Lo si capisce anche quando Calenda parla del tema delle alleanze, centrale nel primo congresso nazionale di Azione. Il segretario nazionale la fa breve mettendo al bando Cinquestelle e movimenti antieuropei, dicendosi disponibile a fare alleanze con tutti, anzi vedendo bene «una larga coalizione a sostegno di un rinnovato impegno di Draghi dopo le prossime elezioni». Altrimenti la via per Azione è obbligata.
«Ecco quello che succederà alle prossime elezioni: si presenterà un polo di destra che conterrà due terzi di partiti anti europei nel momento in cui l'Europa ci deve dare un sacco di soldi, e un polo di sinistra che avrà il Movimento 5 Stelle che non vuole fare niente, né i rigassificatori né le infrastrutture. Noi faremo un terzo Polo indipendente, fondato su buon governo, pragmatismo e serietà, perché sennò il Paese andrà a picco».
«Calabria? Non ha esperienza gestionale amministrativa»
Quando gli si domanda un punto su infrastrutture e Pnrr, il discorso cade inevitabilmente sul Ponte sullo Stretto. Calenda è netto, come netto appare il suo giudizio sulla politica calabrese: «Penso che di Ponte bisognerebbe smettere di parlare. O nel caso, farlo. Cioè si dovrebbe scegliere se farlo o non farlo, ma non se ne può continuare a parlare, perché sta diventando una cosa che ormai è trentennale. Se ci sono i soldi del Pnrr si può fare, benissimo, ma non ne parliamo più perché è un dibattito infinito che sta andando avanti da un milione e mezzo di anni». Nel frattempo, suggerisce Calenda, facciamo che rimettiamo a posto due strade, facciamo un collegamento vero ad alta velocità e non vuol dire fare arrivare il Frecciargento, ma vuol dire farci arrivare i treni alla velocità appropriata. «Io credo che queste siano le cose urgenti. Peraltro il problema vero è che la Calabria oggi non spende un miliardo e cento di fondi europei. Per ora non è in grado di produrre una proposta sul Pnrr articolata, quindi il rischio è che quei soldi non arrivino proprio. Un'altra volta questo rischio c'è perché si chiacchiera un sacco ma nessuno sa mettere le cose a terra, perché non hanno esperienza gestionale amministrativo. Il Governo ha teso la mano per dare un aiuto? Quello che dico ai politici calabresi indipendentemente dagli schieramenti è prendetela, perché fino ad oggi avete fatto molto molto male».
Suggerimenti arrivano anche per Gioia Tauro e il suo porto: «Gioia Tauro è oggettivamente migliorata dalla condizione di abbandono in cui era. Ma io non credo che possa sostituire tutti i porti del nord, per la semplice ragione che i porti del nord sono più vicino allo sbocco dell'Europa continentale. Credo invece che debba trovare un’attività specialistica, come possono essere il carenaggio e i grandi lavori, dove oggi mancano bacini, e che vada a trovarsi grandi clienti attraverso le società di shipping».
«Problema energetico? Sì al carbone e ai rigassificatori»
Il caro bollette, l’aumento dei prezzi, la crisi delle aziende per i costi esorbitanti delle materie prime, che stanno scandendo questi primi giorni di guerra russo ucraina, ma con una crisi cominciata ben prima, lasciano pochi spazi di manovra. Ma Calenda ha la sua ricetta per uscirne con le ossa meno rotte:
«Se ne esce nel brevissimo periodo riattivando le centrali a carbone, e azzerando gli oneri di sistema. Abbiamo chiesto all'Europa di costruire un fondo di supporto all'abbattimento delle bollette, ne ha parlato anche Draghi e lo abbiamo sollecitato come il Parlamento Europeo. Ci sono i soliti olandesi che si oppongono ma come nel caso il Pnrr io spero che alla fine mi vbedranno la ragione. Dopodiché, ripeto, per ora va riattivato il carbone, e vanno fatti rigassificatori. Si possono fare anche, come io avevo suggerito già quando era ministro, prendendo le navi di rigassificazione, così non si devono fare sulla terra perché tanto sulla terra come sappiamo in Italia non si riesce a fare quasi niente».
Le energie rinnovabili hanno invece poco spazio nel Calenda pensiero, perché necessitano di una sburocratizzazione. «ma siccome sono intermittenti e l'energia non si può accumulare bisogna comunque avere una fonte stabile energetica che può essere solamente il gas e il carbone. In questo momento il gas è preferibile, ma purtroppo i prezzi sono alle stelle. Dunque per ora vanno riattivate a pieno regime le centrali a carbone».