Si rincorrono voci e papabili candidati accostati agli schieramenti. Nel centrosinistra Falcomatà al lavoro per scegliere il proprio successore. Sull’altra sponda politica il parlamentare forzista incontrerà l’ex sindaco che ha detto di non volersi ricandidare ma polarizza il confronto
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Reggio Calabria, Lungomare Falcomatà
La primavera del 2026 dovrebbe essere, salvo colpi di scena, l’orizzonte per il rinnovo del Consiglio comunale di Reggio Calabria. Perciò, non si può dire né che sia tardi né che sia presto per presentare una candidatura. L’hanno già fatto in tre, Massimo Ripepi con Rivoluzione Rheggio, Eduardo Lamberti Castronuovo che sogna un’aggregazione civica, e Anna Nucera che a sinistra ha aperto un’analoga corsia al di fuori dei partiti. Tutto intorno è un proliferare di nomi, manovre, messaggi da recapitare, riposizionamenti e terreni da sondare.
Folla nel centrosinistra
Di certo c’è che la sortita della Nucera ha avuto il merito di accelerare il dibattito nel centrosinistra. Politicamente, al momento, non sono in tanti a scommettere sull’operazione avviata dall’ex assessore all’Istruzione che timidamente ha detto di non essere contro le primarie. Ma la verità, atteso che il Movimento 5 stelle non è riuscito ad attecchire più di tanto a queste latitudini, è che a muovere i fili della coalizione è il Pd. Con il quale non sembra corra buon sangue con Anna, sorella di Gianni Nucera (oggi dirigente del Pd ma in predicato di guidare la segreteria provinciale dem in quota Falcomatà, alla fine assegnata a Morabito), rimasti fuori dall’ultimo rimpasto di giunta comunale.
La stessa Nucera è sostenuta in maniera pubblica dall’ex portavoce del sindaco, Franco Arcidiaco. Per qualcuno questo darebbe una traccia per così dire di “antagonismo” alla candidatura della dirigente scolastica rispetto al sindaco uscente. Per altri il merito della Nucera è quello di aver riportato a sinistra il baricentro della coalizione che rischiava di farsi attirare dalla personalità e dal nome di Ninni Tramontana. D’altra parte il presidente della Camera di Commercio, che ha lanciato un’associazione in tandem con la sindacalista Rosi Perrone, sta riuscendo nell’impresa di collocarsi al centro, coccolato un po' da destra e un po' da sinistra. Le chance di vederlo alla guida di una coalizione, col passare del tempo si affievoliscono, ma la sua è una presenza costante tra i papabili.
Da parte sua il Partito democratico deve fare i conti con le aspirazioni e le ambizioni personali dei suoi iscritti. Naturalmente, in primis, il sindaco Falcomatà che guarda alla Cittadella regionale per il suo futuro politico, atteso che il via libera al terzo mandato per sindaci e presidenti di Regione sembra al momento lontano. Secondo i soliti ben informati, Falcomatà avrà il suo peso nell’indicazione di un possibile candidato che potrebbe venir fuori dalla sua cerchia di fedelissimi, a partire dall’attuale vicesindaco Paolo Brunetti, passando per il consigliere regionale Giovanni Muraca. Ma i nomi che si accostano ai dem sono tanti, a partire da Giuseppe Marino che gioca legittimamente la sua partita, guardando al Consiglio regionale ma aspirando anche ad una eventuale candidatura per Palazzo San Giorgio, a cui sarebbe stato anche accostato un altro noto professionista reggino, che risponde al nome di Stefano Poeta. Nomi che devono fare i conti anche con personaggi dello spessore di Massimo Canale e Demetrio Naccari. Entrambi lavorano sotto traccia per capire le condizioni del terreno di gioco e le squadre in campo. Post social indicativi e continue riunioni stanno segnando queste settimane. Entrambi non sono nuovi alla competizione elettorale per guidare l’amministrazione comunale. Massimo Canale sfidò Demi Arena nel 2011 a capo di una coalizione – Federazione della sinistra – con dentro Pd, Rifondazione, Energia pulita ed Ethos, raccogliendo il 30% delle preferenze. Demetrio Naccari invece perse le elezioni del dopo Italo, nel 2002 contro Giuseppe Scopelliti, con oltre il 45%. In questo senso l’unico ostacolo alla sua ambizione può forse essere rappresentato dalla contemporanea aspirazione del cognato Giuseppe Falcomatà che punta, come detto, alla Regione. Potrebbe farci un pensierino, a coronamento della propria carriera politica, anche Mimmetto Battaglia, già sconfitto di misura alle Primarie del Pd del 2014 dall’attuale primo cittadino. Alcuni però sostengono che l’assessore al Bilancio, avrebbe altri progetti per il dopo Palazzo San Giorgio. Si vedrà.
L’attendismo del centrodestra
E se nel mondo del centrosinistra c’è ancora grande incertezza sul dopo Falcomatà, a destra non è che se la passino meglio. Nel senso che a dispetto di quel si vuol far passare la situazione è in un certo senso più complicata. Al momento non esiste un tavolo per le comunali di Reggio. I partiti guardano ad altre situazioni, anche regionali, complesse, ma tutti – Fratelli d’Italia e Lega - sono convinti che porteranno il proprio decisivo contributo alla scelta del candidato ideale.
Massimo Ripepi dopo la rivoluzione annunciata al Teatro Cilea con annessa federazione ad Alternativa popolare, che a sua volta nel frattempo è rientrata e uscita dal centrodestra nazionale, ha abbandonato l’idea della candidatura, riconoscendo la leadership di Francesco Cannizzaro.
Che è anche quello che appare chiaro a tutti: il pallino lo tiene saldamente in mano Francesco Cannizzaro. Il segretario regionale di Forza Italia sta vestendo i panni del dirigente politico più potente della regione – è di ieri la notizia dell’ingresso nella segreteria nazionale azzurra -, e porta avanti la sua strategia, occupando spazi e bombardando l’opinione pubblica con i risultati della sua attività politica, sponsorizzando anche quella delle sue creature politiche, come Giusi Princi, che si destreggiano in Europa. L’ex vicepresidente della Regione oggi eurodeputata ha ancora una volta escluso un suo impegno diretto nella competizione, e in tanti vedono sempre di più combaciare la figura del candidato del centrodestra proprio con quella di Francesco Cannizzaro che, naturalmente si guarda bene dal confermare questa suggestione.
E d’altra parte il deputato reggino deve anche sbrogliare la tela intessuta da Giuseppe Scopelliti che attraverso i suoi incontri sul territorio ha l’obiettivo di riqualificarsi politicamente, e rientrare come soggetto politico autorevole nel dibattito cittadino. Naturalmente ha il curriculum e lo spessore per farlo come sta facendo, con gli strumenti che ha a disposizione, finendo col polarizzare il confronto con il nuovo leader del centrodestra che è Cannizzaro. In tal senso i due si vedranno nei prossimi giorni. E tuttavia, lo stesso Scopelliti ha detto chiaramente che non si candiderà.
Nel tavolo che dovrà scegliere il candidato - che tutti i partiti si affannano a confermare sarà scelto sul territorio, senza interferenze romane -, siederanno anche i parlamentari. Nel caso di Forza Italia toccherà proprio a Cannizzaro che riveste entrambi i ruoli, mentre per la Lega proverà a dire la sua anche Tilde Minasi, a cui si è molto avvicinato Scopelliti in buoni rapporti anche con il nuovo Commissario metropolitano Giuseppe Mattiani, deputato a rappresentare il Carroccio.
In tal senso molti si spendono per sottolineare che non regge l’idea che siccome Forza Italia ha la candidatura in Regione con Occhiuto, non può rivendicare anche la sindacatura di Reggio. Intanto perché la Lega ha già bruciato la sua chance con la sconfitta di Nino Minicuci – che nominato nei giorni scorsi collaboratore del governatore della Liguria, Marco Bucci, sembra aver allentato la presa su Reggio – e poi Fratelli d’Italia fino al momento non è pervenuta. Sul punto è vero anche che i meloniani si stanno riorganizzando sul territorio e, fanno sapere fonti qualificate, che venderanno cara la pelle, partendo da un semplice assunto: se fino ad oggi valevano i numeri in termini di preferenze, allora devono valere anche oggi. E i numeri, se si guarda alle ultime europee hanno premiato il partito di Giorgia Meloni in Calabria. Ragionamento che però si ferma alle porte della città Metropolitana, perché in provincia di Reggio si impone Forza Italia e in città la forbice con i meloniani si allarga addirittura a 11 punti percentuali.
Sicuramente come amano dire dalla coalizione in queste occasioni il centrodestra riuscirà a fare sintesi, consegnando a Cannizzaro le chiavi della coalizione, e forse di Palazzo San Giorgio.