L'esponente del Movimento 24 Agosto: «Il Meridione avrebbe dovuto ricevere più del 65% delle risorse del Pnrr. È chiaro che le disparità territoriali invece di ridursi aumenteranno»
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«Quando il ministro per il Sud, Mara Carfagna, dice che è infondata l’accusa di chi sostiene che al Sud è stata scippata una quota consistente del PNRR, o non sa di cosa parla o mente sapendo di mentire: in entrambi i casi dimostra la sua inadeguatezza nel difendere le ragioni del Mezzogiorno d’Italia». È quanto affermato dall’eurodeputato Piernicola Pedicini che recentemente ha deciso di aderire al Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale (M24A-ET).
«Il ministro dice che al Sud sarà destinato il 40% delle risorse del Pnrr ma non tiene conto che seguendo i criteri di attribuzione delle risorse europee, il Meridione avrebbe dovuto ricevere più del 65%. Inoltre molte delle opere al Sud - progetti peraltro già previsti - saranno finanziate con 15 miliardi del Fondo di Sviluppo e Coesione, che già di suo spetta quasi interamente al Sud. Ecco quindi che la fetta del Pnrr destinata al Mezzogiorno si riduce dal 40% al 36%, per poi diminuire ulteriormente fino al 22% per effetto del fenomeno dall’interdipendenza, per il quale le aziende del Nord finiranno con l’accaparrarsi i lavori pubblici al Sud.
Bisogna anche considerare che in 10 anni di austerity, i Comuni e gli Enti Territoriali del Mezzogiorno non hanno potuto assumere professionisti in grado di gestire i progetti europei che richiedono delle competenze tecniche specifiche. Questo elemento aggrava ulteriormente la situazione degli Enti attuatori al Sud dal momento che i bandi del Pnrr prevedono una logica competitiva e nessun criterio di territorialità. Che possibilità avrà un’amministrazione in dissesto o in predissesto di competere con i ben più equipaggiati Comuni del Centro Nord? È chiaro che questo meccanismo non farà altro che acuire le disparità territoriali invece che ridurle, come richiesto dalle istituzioni europee.
A questo proposito, bisogna ricordare un altro dato: da quando è stata introdotta la Spending review - a partire dal governo Monti del 2011 - Svimez ha rilevato che i tagli al Sud sono stati più consistenti che al Nord: nel 2015 si è avuta una riduzione del -6,2%, il doppio del Settentrione (- 2,9%).
Stando così le cose, - conclude Pedicini - non possiamo far altro che concludere che la ministra per il Sud, tra l’altro pure proveniente dalla Campania, non da una ricca regione del Nord Europa, è inadeguata a svolgere il compito che le è stato affidato».