«La crisi della pandemia ha messo in luce la drammatica condizione socio-economica che caratterizza la Calabria. È una crisi che, tuttavia, dura da anni e mostra tutte le caratteristiche di un processo irreversibile. È come se fossimo destinati ad un permanente equilibrio di sottosviluppo. Lo raccontano da decenni tutti gli indicatori macroeconomici, socio-demografici e istituzionali. In assenza di cambiamenti strutturali, la Calabria rimarrà definitivamente nella trappola della povertà».

A dirlo è Francesco Aiello, professore ordinario di Politica Economica all'Unical e già candidato indipendente alla presidenza della Regione Calabria nel 2020 con 'Calabria Civica' e il sostegno del M5S.

«Così come per l'Italia - osserva -, anche per la Calabria l'occasione del riscatto e della modernizzazione è rappresentata dall'ingente massa di fondi provenienti dall'Unione Europea. Nei prossimi anni non avremo un problema di quantità di risorse, ma il tema sarà legato all'uso che ne faremo. Al netto dell'utilizzo che è necessario per sanare le emergenze, è certo che per consentire alla regione di cambiare passo occorre che gli investimenti risolvano alla radice i problemi strutturali della Calabria. Questo è sì il tema di tutto il paese, ma in Calabria diventa l'emergenza, poiché senza interventi radicali finalizzati a migliorare le condizioni di contesto, l'economia regionale post-2026 sarà ancora più povera e più marginale di quella di oggi».

«In questo scenario - sottolinea il professor Aiello - diventa dirimente avere un quadro istituzionale locale in grado di massimizzare l'uso 'pro-crescita' dei fondi Ue e, in tale direzione, il prossimo governo regionale dovrebbe essere un governo di scopo. Sarebbe opportuno costruire un'ampia maggioranza per lavorare all'unisono sulle poche priorità in grado di consentire a questa regione di cercare e trovare una prospettiva di sviluppo. L'appello da indirizzare, quindi, alla politica regionale e nazionale - conclude - è di sospendere per un quinquennio l'approccio divisivo che caratterizza l'azione dei partiti, e di avviare anche in Calabria una stagione di coesione socio-istituzionale per sostenere nella misura piu' ampia possibile una giunta di 'potenziale' unità regionale. Non mancano personalità in grado di svolgere in Calabria il ruolo che oggi Draghi sta svolgendo in Italia».