«La narrazione del rubare soldi al Sud non è una narrazione informata». È quanto dichiarato ministro per il Sud e per la Coesione territoriale, Mara Carfagna, nel corso della sua audizione informale nella Commissione Politiche dell'Unione europea del Senato. «Chi dice che il Pnrr ruba fondi al Sud - ha aggiunto Carfagna - on ha letto le carte oppure le ha lette ed è in malafede, perché la Commissione europea ha destinato e distribuito fondi agli Stati membri basandosi su tre criteri di riparto - l'inverso del Pil, la popolazione e il tasso di disoccupazione - ma è anche vero che non ha chiesto agli Stati europei di attenersi a questi criteri. Ha chiesto, questo sì, agli Stati europei di colmare i divari territoriali, generazionali e di genere, libero ciascuno Stato di scegliere gli strumenti più opportuni e concentrare le risorse necessarie per realizzare gli obiettivi. L'importante è realizzare questi obiettivi».

«Noi - ha aggiunto il ministro - abbiamo fatto una scelta di concretezza: cioè abbiamo scelto di destinare al Sud quei soldi che riteniamo il Sud sia in grado di spendere nel giro di 5 anni, perché chi parla di uno scippo di soldi al Sud deve anche essere consapevole che parliamo di 82 miliardi di euro da spendere tassativamente nel giro di 5 anni. Se al Sud diamo più risorse è possibile che il Sud, così come anche il Nord, il Centro Nord, non riesca a spenderle nei 5 anni. Allora noi diamo al Sud quelle risorse che riteniamo il Sud, che naturalmente va supportato in questa direzione, potrà spendere nel giro di 5 amni considerando che quelle risorse si aggiungono altre risorse: i fondi del React-Eu, del Just Transition Fund, i fondi strutturali europei e il fondo di sviluppo e coesione, quella mil ingente di risorse che si riverseranno sulle amministrazioni del Sud nei prossimi 3-5-7 anni. Sono tante risorse, facciamo in modo tale da spenderle bene. In questo momento - ha concluso Carfagna - non bisogna alimentare una contrapposizione, tutt'altro, bisogna lavorare per ricucire e rammendare un paese che viene spaccato da divari che noi abbiamo il dovere di colmare attraverso azioni incisive, efficaci ed efficienti e attraverso una narrazione obiettiva, trasparente, non ideologica, non strumentale e informata, cioè che poggia su documentazioni studiate e approfondite».