VIDEO | Intorno all'impianto si infiamma il dibattito vista la proposta di raddoppiarlo per bruciare i rifiuti di tutta la Calabria e chiudere le discariche. I sindaci si dividono anche rispetto al varo della società multiutility che si occuperebbe pure di risorse idriche
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Rimane il doppio “no” della Città metropolitana, sul raddoppio del termovalorizzatore di Gioia Tauro e sulla società unica per la gestione di acque e rifiuti, ma si muove anche la politica dopo la richiesta dei sindaci. «Bisogna evitare polemiche strumentali e mettere ordine nelle situazioni che storicamente creano emergenze di cui i calabresi soffrono – sostiene Giovanni Arruzzolo, capogruppo regionale di Forza Italia – occorre trovare una sintesi che tenga assieme la giusta richiesta di avere impianti sicuri dal punto di vista ambientale e la necessità di un sistema efficiente, sono certo che il presidente Occhiuto accoglierà la richiesta di un incontro che gli hanno espresso i sindaci».
In realtà l’iter per il project financing che farebbe di Gioia Tauro il sito unico calabrese dove bruciare tutto ciò che in Calabria non va nella differenziata è già partito. L’intenzione è di chiudere entro maggio con l’assegnazione ad una società del bando, per passare nell’impianto dalle 130.000 tonnellate annue a 260.000. «Il nostro no rimane sul metodo e sul contenuto – sintetizza Michele Conia, sindaco di Cinquefrondi e leader di DeMa – non si può pensare di fare le cose senza sentire i sindaci e andando contro una popolazione che ha già un impianto, malfunzionante, dentro un territorio che non vuole diventare la discarica di tutta la regione». Gli amministratori, che sull’opposizione alla multiutility voluta da Occhiuto contano pure sul sostegno dell’Anci, sottolineano che «seppure a fatica l’Ato di Reggio Calabria un suo Piano per i rifiuti lo aveva pure varato e non si comprende questa scelta di tornare indietro con una Ato unico regionale».
Il dibattito quindi si infiamma, mentre la proposta Occhiuto domani approda per la discussione in Commissione. «La sintesi che occorre ricercare – conclude Arruzzolo – deve evitare polemiche politiche strumentali proprio perché i calabresi da anni attendono una inversione di tendenza la cui responsabilità, con il presidente Occhiuto sentiamo, proprio per alzare gli standard di efficienza tecnica e ambientale dell’attuale impianto».