Il quorum scende a 505. Per Salvini «La soluzione è vicina», mentre il segretario dem Letta sostiene: «Se non ci sono novità, votiamo scheda bianca»
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Quarta votazione per eleggere il presidente della Repubblica. Alle 11 di oggi, 27 gennaio 2022, riprende la seduta alla Camera, in una giornata che si annuncia cruciale tra news, contatti e trattative attorno ai nomi di candidati per il Quirinale. Dopo la terza fumata nera nel voto di ieri - con 125 preferenze per il presidente Sergio Mattarella e 114 per Guido Crosetto - il quorum scende a 505. La giornata di oggi sarà segnata da nuovi vertici e colloqui. Di prima mattina, in particolare, dovrebbero riunirsi i leader del centrodestra.
Lega
«La soluzione è vicina», dice Matteo Salvini, leader della Lega, nel corso del frenetico mercoledì. «Noi abbiamo fatto nomi di alto profilo, ne faremo anche altri», dice in serata rivolgendosi ai grandi elettori del Carroccio. Smentito l'incontro con il costituzionalista Sabino Cassese: «Non so dove abita. Abita ai Parioli? Non ci sono stato oggi dalle parti dei Parioli...».
«È da un mese che dal centrosinistra non arrivano proposte, dal centrosinistra da un mese stanno arrivando no», dice in un'altra delle dichiarazioni rilasciate nel corso della giornata. La posizione della Lega sulla presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati, non cambia: «Come Fico è tra le più alte cariche istituzionali. Quindi non fa parte di rose politiche, di proposte. Casellati è candidabile senza che Salvini la proponga».
Partito democratico
L'ipotesi di candidatura di Casellati a metà giornata innesca il tweet del segretario Pd, Enrico Letta. «Proporre la candidatura della seconda carica dello Stato, insieme all’opposizione, contro i propri alleati di governo sarebbe un’operazione mai vista nella storia del Quirinale. Assurda e incomprensibile. Rappresenterebbe, in sintesi, il modo più diretto per far saltare tutto», scrive il segretario dem, illustrando una posizione che verrà ribadita in serata nell'assemblea dei grandi elettori del partito.
«Qualunque presidente voteremo venerdì - qualcuno di noi sarà contento, qualcun altro meno - l'obiettivo più grande lo avremo raggiunto: tramontata la candidatura di parte, si negozierà infatti un nome non di parte e autorevole. E questa è una nostra vittoria: non ci sarà un presidente di destra», dice. «Per ora -aggiunge- il centrodestra nella sua interezza ha detto no a tutte le nostre ipotesi di personalità terze: Mattarella, Draghi, Amato, Casini, Cartabia, Riccardi... Se non ci sono novità» giovedì «voteremo scheda bianca, come è giusto che sia. Se, invece, arriveremo a delle novità prima del voto delle 11, allora ci incontreremo e ne discuteremo».
Fratelli d'Italia
La posizione di Fratelli d'Italia è esposta in una nota. «FdI continua a ritenere imprescindibile una votazione compatta del centrodestra su un candidato della coalizione» all'elezione del presidente della Repubblica.
«Il risultato della candidatura di bandiera di Guido Crosetto - che raccoglie in aula il doppio dei voti di Fratelli d’Italia che lo proponeva - dimostra la potenziale attrattività che avrebbe un candidato unitario del centrodestra nell’attuale Parlamento - si sottolinea nella nota del partito di Giorgia Meloni - Ragione per la quale ancora una volta, pienamente soddisfatti dell’unità con cui il centrodestra si sta muovendo in questa fase, FdI continua a ritenere imprescindibile una votazione compatta del centrodestra su un candidato della coalizione, come concordemente valutato nell’ultimo vertice. A Matteo Salvini il mandato di individuare, attraverso le sue molteplici interlocuzioni, il candidato più attrattivo tra quelli presentati ieri».
Movimento 5 stelle
«Ora non siamo in condizione di avere un nome da votare, ci saranno evoluzioni, anche notturne. Abbiamo invitato il centrodestra a un confronto, hanno tutta la notte. Non possiamo escludere una svolta nella trattativa», fa eco Giuseppe Conte, leader M5S. «Abbiamo detto al centrodestra che non ha senso insistere su candidati di bandiera. Questa la è logica dello schema di confronto».
«Casellati è una candidatura della più alta carica istituzionale dopo il Capo dello Stato. Quando si è diffusa l'ipotesi di candidatura di Casellati da parte del centrodestra si erano create le premesse di un cortocircuito con noi e di uno sgarbo verso di lei: una carica istituzionale non può essere trasformata in candidatura di bandiera. Creerebbe imbarazzo istituzionale senza logica», afferma. «Ci auguriamo questa ipotesi venga accantonata dal centrodestra», sottolinea il leader pentastellato.