Evitare che i gruppi politici controllino i voti dei parlamentari attraverso la modalità in cui la preferenza è stata espressa: nome e cognome o viceversa, nome puntato e cognome, eventuali appellativi, abbreviazioni, etc…, segni di riconoscimento del voto che di fatto ne inficiano la segretezza e la libertà dei grandi elettori.

Parla calabrese la proposta che prova a blindare la segretezza del voto per l’elezione del Presidente della Repubblica. Il dibattito su questo delicato aspetto è esploso in questi ultimi giorni ma il senatore pentastellato Giuseppe Auddino già lo scorso 7 gennaio aveva portato all’attenzione della Camera dei Deputati la sua proposta di leggere le preferenze espresse in occasione dello scrutinio dei voti per l'elezione del Presidente della Repubblica in una modalità univoca.

Nel dettaglio, la proposta prevede che le preferenze vengano lette dal presidente della Camera secondo l'ordine nome e cognome, indipendentemente da come la preferenza del candidato è stata espressa nella scheda. Tutto ciò per impedire la riconoscibilità delle schede, prodromica alla conta dei voti espressi all’interno di uno schieramento.

«Sono soddisfatto che il presidente Fico in queste ore stia valutando di adottare un'unica modalità di lettura del voto, univoca ed uguale per tutti. L’elezione del Presidente della Repubblica – ha commentato il Senatore Giuseppe Auddino del Movimento 5 Stelle - rappresenta una scelta importantissima per il Paese e dobbiamo far sì che ogni grande elettore voti nella piena libertà, secondo la propria coscienza ed il proprio senso di responsabilità».

Il presidente Fico già al lavoro

In realtà il Presidente della Camera Roberto Fico è l’unico che può decidere in che modo debba svolgersi il voto. È vero che negli ultimi tempi i cosiddetti franchi tiratori non fanno dormire sonni tranquilli a chi sta spingendo per questo o quel candidato, ma gli analisti del voto presidenziale puntano il dito proprio contro i pentastellati, divisi come non mai sul da farsi. Perché l’ipotesi Berlusconi al Colle e Draghi ancora presidente del Consiglio, li metterebbe al riparo da crisi di governo e dal minacciato ritorno alle urne. La segretezza del voto garantita dalla lettura univoca della scheda, insomma, oltre a garantire la “libertà” di esprimersi secondo coscienza, potrebbe garantire ancora uno scranno al Parlamento.

Fatto sta che la pratica di controllare, e quindi contare i voti, attraverso questo stratagemma è sempre esistita, ma per evitare di creare un vero e proprio caso, che ribattezzasse la nuova crociata 5stelle come una “crociata” sposata anche dal presidente della Camera, è arrivata una mezza smentita alle voci che dipingono la proposta come una mossa anti Berlusconi: «La decisione sulla lettura delle schede sarà adottata dal presidente Fico  - è la nota diffusa dal portavoce - a garanzia della correttezza e del buon andamento dei lavori per l'elezione del presidente della Repubblica. Questo è l'obiettivo che ha ispirato anche i predecessori. Non ha dunque nulla a che vedere con le singole personalità e qualunque speculazione politica sulle modalità di scrutinio è in totale malafede».

Secondo i più informati, se ne saprà di più solo il 24 gennaio, a poche ore dalla convocazione del Parlamento in seduta comune. E sarà lo stesso Fico a rendere nota la procedura. Alimentando così la convinzione di chi pensa che questa novità sia essenzialmente pensata per impedire al centrodestra e quindi a Berlusconi di fare affidamento su questo sistema.