Burocrazia inadeguata, cronica mancanza d'acqua in alcuni quartieri, e regolamenti troppo datati, giudicati in modo unanime fra i principali Talloni d'Achille della città
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Nuovo appuntamento con il talk di LaC Pubblica Piazza, condotto da Pasquale Motta, con a confronto i candidati e sostenitori di quattro dei sei aspiranti sindaci di Catanzaro. Si tratta dei consiglieri comunali uscenti Eugenio Riccio e Daniela Palaia, ancora una volta in lizza per un posto in "Aula Rossa" e rispettivamente in rappresentanza degli aspiranti sindaci Valerio Donato e Nicola Fiorita, oltreché di Raffaele Serò (anche lui in corsa per Palazzo De Nobili al pari dei primi due) pro Antonello Talerico e Salvatore Cuffaro invece supporter di Wanda Ferro. Leitmotiv della trasmissione, naturalmente, le nuove prospettive per il capoluogo, secondo i programmi dei vari schieramenti e dei loro leader locali. Che, per la verità, quantomeno in fatto di priorità a cui mettere mano non appaiono tanto divergenti salvo differire negli approcci e molto spesso nelle possibili soluzioni prospettate.
Comunque sia, a essere invece messa sul banco degli imputati è una burocrazia ritenuta farraginosa e con all'interno alcuni elementi inadeguati alla delicata funzione da svolgere. Soprattutto da parte di Riccio. Il quale le addebita buona parte delle disfunzioni in Comune che poi, come ovvio, si ripercuotono in maniera fatalmente negativa sulla città. A riguardo, però, l'esperto membro del civico consesso sorvola con una certa abilità dialettica sull'obiezione di scarsa competenza mossa più che altro ai componenti dell'assemblea municipale dal primo cittadino Sergio Abramo, il quale dal canto suo di recente ha appunto tecnicamente tacciato di ignoranza - peraltro senza colpo ferire - i tre quarti dei consiglieri e quindi non certo i dirigenti. Da Abramo nemmeno sfiorati. Ma tant'è, il concetto che ci sia da intervenire sulla burocrazia mette come premesso tutti d'accordo, quantomeno in linea di principio, anche se le analisi differiscono, ad esempio, tra Palaia e il citato Riccio. Quella che però gli ospiti del giornalista Motta ritengono in modo unanime un'altra carenza insopportabile è la cronica mancanza d'acqua in determinati quartieri, neanche poi troppo periferici, del capoluogo di regione.
Deficit che nel 2022 non è ammissibile in una qualunque realtà di un Paese civile, enunciazione di principio su cui logicamente concordano tutti i politici presenti. E che dire ancora del connesso problema di una depurazione insoddisfacente. Altro grave Tallone d'Achille, però, appaiono i regolamenti e i piani troppo datati, che non consentono interventi decisivi per provare a cambiare il volto della città. Ma se in studio c'è un'intesa di massima, o comunque una distanza di vedute non troppo ampia, su taluni argomenti non vale come ovvio lo stesso riguardo ad altri quali l’eredità del vecchio centrodestra catanzarese e l'integrazione fra aziende ospedaliere Materdomini e Pugliese Ciaccio sui cui lo scontro dialettico non manca, seppur all'insegna del fairplay.