Quinta puntata di Pubblica Piazza, il talk de LaC condotto da Pasquale Motta, all’insegna della discussione politica, un po’ una sorta di “marchio di fabbrica” della trasmissione, ma anche - nell’occasione - caratterizzata dalla trattazione di un argomento chiave quale la mobilità. Che in Calabria, come noto, rappresenta purtroppo uno dei tanti talloni d’Achille di una terra bellissima e dalle grandi potenzialità, ma sfortunata. Il riferimento è a una vera e propria palla al piede, che costringe la regione a indossare maglia nera anche in fatto di collegamenti rapidi con il resto d’Italia.

Ospiti del programma il candidato a sindaco di Catanzaro Francesco Di Lieto, il commissario della Lega calabrese Francesco Saccomanno e il professore universitario Francesco Russo, fra i massimi esperti italiani in materia di trasporti ma anche grande conoscitore della regione e del suo capoluogo essendo stato sino a fine 2019 vicepresidente di Mario Oliverio in Cittadella e membro della Giunta.

Quest'ultimo si è a lungo soffermato su questioni chiave come l’Alta velocità e la viabilità, ovviamente in relazione al contesto regionale, che ha definito privo, o quantomeno assai carente, del sistema connettivo. Un vulnus non certo secondario. Anzi, tutt’altro. Comunque sia, alle considerazioni molto interessanti del professore Russo (collegato da remoto) verrà dedicato domani un approfondimento ad hoc, anche in considerazione della specificità della tematica affrontata. Riguardo alla politica invece, stavolta intrecciata con la stretta attualità ancor più che in altre circostanze, va detto che la prima parte del talk si è incentrata sulla nomina dello stilista Anton Giulio Grande a commissario della Film Commission regionale.

Decisione, quella presa dal governatore Roberto Occhiuto, che ha destato non poche perplessità per la professione di Grande e in virtù delle sue dichiarazioni in merito, più o meno di questo tenore: «Sono amico del presidente e sono un appassionato di cinema, guardando molto spesso Netflix». Una vicenda, commentata in modo ironico con un video anche dal personaggio del web Tiziano Boscarato e criticata persino dal predecessore di Occhiuto Nino Spirlì con un tweet al vetriolo, rispetto a cui Saccomanno ha però asserito: «Non si dovrebbe giudicare, prima di vederlo all’opera, un professionista. E poi forse questa struttura aveva adesso bisogno di un manager più che di un uomo del settore. Ma, ribadisco, aspettiamo di vedere cosa farà e poi riparliamone».

La parte finale della “ricca puntata” non poteva però non essere calibrata sulle amministrative catanzaresi del prossimo 12 giugno con il diretto interessato Di Lieto che ha, come si dice in tali casi, sintetizzato il suo programma per… titoli, rifacendosi a «una gestione più equa e solidale dei tributi comunali, alla lotta a una precarietà diventata sistema anche a livello cittadino per quanto pure poco si possa fare in ambito locale in questa direzione, e al lavoro dei vigili urbani nei punti nevralgici che però non può essere solo quello di fare multe salate». Di Lieto, tuttavia, ha anche asserito: «Il dramma del capoluogo è che è in mano a gruppi di potere. Che in realtà fanno solo finta di farsi la guerra, ma alla fine governano insieme. Ecco perché non si esce dalla crisi o almeno si migliora. E invece si fanno passi indietro mentre si tutelano interessi condivisi da parte di chi non ha intenzione di confrontarsi sui veri problemi, perfezionando atti che convengono a pochi».