Dalla meticolosa ricostruzione delle ore precedenti la presentazione delle candidature al consiglio provinciale, offerta da Marco Ambrogio in conferenza stampa, emerge una notte dei lunghi coltelli, con frenetiche consultazioni, telefonate di fuoco tra i vertici nazionali e locali del Pd, arrivando addirittura alla sottrazione delle firme necessarie alla consegna della seconda lista del partito, la famigerata Insieme per la Provincia, in cui lo stesso Ambrogio ha poi trovato spazio dopo essere stato cancellato dal primo elenco, quello di Provincia Democratica. Un problema al quale si è rimediato, secondo quanto Ambrogio ha riferito, con una lunga processione, andata avanti per tutta la notte tra domenica 3 e lunedì 4 febbraio, di amministratori provenienti dai comuni più disparati del territorio, per rimettere insieme le novanta sottoscrizioni prescritte dalla legge. Un’accusa precisa quella di Ambrogio: a volere la sua testa sarebbero stati, per ammissione di Guglielmelli, due personaggi di peso del partito: la parlamentare Enza Bruno Bossio e l’ex consigliere e assessore regionale Nicola Adamo.

Il presunto endorsement a Occhiuto

Già nella direzione provinciale del Partito Democratico era emerso qualche malumore per il voto di astensione espresso da Ambrogio tra gli scranni di Palazzo dei Bruzi, nella seduta consiliare dello scorso 29 gennaio, rispetto alla pratica con è stato dato il via libera all’amministrazione per accedere ad una anticipazione di liquidità concessa dalla Cassa Depositi e Prestiti. «Identico voto di astensione – ha precisato Ambrogio – è stato espresso dal Pd in commissione e lo stesso provvedimento è stato adottato anche in consiglio provinciale all’unanimità. Peraltro – ha aggiunto – erano sufficienti 13 voti per l’approvazione del provvedimento».

Il tira e molla della vigilia

Ambrogio ha poi raccontato delle continue pressioni che il segretario Guglielmelli continuava a ricevere per depennare il suo nominativo dalla lista, mentre cercava disperatamente una sponda per giustificarne la permanenza. In questo senso ha prima chiesto avallo a Matteo Richetti, dirigente nazionale della corrente a cui Ambrogio appartiene, poi al commissario regionale Stefano Esposito. Entrambi avrebbero fornito il loro assenso alla candidatura. Infine anche il presidente della Provincia Franco Iacucci si era visto costretto a diffondere un comunicato nel quale auspicava la riconferma nella lista Pd, di tutti i consiglieri provinciali uscenti.

La rinuncia in cambio della candidatura a sindaco della città

Tutto ciò però non è bastato a dirimere la questione, finché la lista e le firme sono scomparse, per riapparire la mattina dopo, pronte per essere consegnate alla commissione elettorale. Ambrogio ha poi riferito che Guglielmelli sarebbe arrivato ad offrirgli, in cambio della rinuncia alle provinciali, anche la candidatura a sindaco di Cosenza (il mandato di Occhiuto è in scadenza il 2021, ma la consiliatura potrebbe chiudersi anticipatamente se il sindaco dovesse essere eletto in consiglio regionale). Ecco una sintesi delle sue dichiarazioni raccolte da Salvatore Bruno